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“Definire la legge regionale 1 marzo 2005 n.21 “modifiche ed integrazioni alla l.r. 1996 n.43-disciplina nella ricerca e coltivazione delle acque minerali e termali” “un aiutino ad una azienda” è paradossale”. Lo dichiara l’assessore alle Attività produttive, Politiche dell’Impresa ed Innovazione tecnologica Erminio Restaino.

“Quella legge, – prosegue – modificando ed integrando oltre 20 articoli della precedente, aveva come obiettivi importanti: estendere l’ambito di applicazione anche alle acque di sorgente, specificare al meglio le procedure, inserire richiami alla V.I.A; e, da ultimo, ‘di porre le aziende lucane quanto meno su un livello di parità con le aziende operanti in altre regioni al fine di consentire loro di lavorare in condizioni corrette di concorrenza per continuare a garantire lo sviluppo del territorio’.
E’ pacifico – sottolinea l’esponente del governo regionale – che i provvedimenti legislativi si assumano per ‘aiutare’ un territorio, una comunità, una categoria, le aziende.
Mi rammarico davvero che il presunto ‘aiutino’ non abbia contribuito a salvare la Cutolo ed i suoi lavoratori.
In quegli anni e purtroppo ancora oggi il settore delle acque minerali (è appena il caso di ricordare che la Basilicata contribuisce con circa il 10% all’intera produzione nazionale) era in profonda ristrutturazione, gli effetti di tale riorganizzazione si ebbero anche in Basilicata con l’ingresso nel settore di importantissimi operatori nazionali ed internazionali anche in virtù delle modifiche legislative intervenute.
Paradossalmente – conclude l’assessore Restaino – oggi nella vertenza Cutolo della quale mi sto occupando si auspica da più parti proprio una soluzione di quel tipo”.

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