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La Direzione investigativa antimafia di Catanzaro ha eseguito tre ordinanze di custodia cautelare in carcere, nei confronti di altrettante persone, accusate di essere responsabili dell’omicidio di Carmine Pezzulli, avvenuto a Cosenza nel luglio del 2002, nell’ambito della guerra di mafia tra le cosche consentine. In manette il presunto boss della ‘ndrangheta di Paterno Calabro (CS), Franco Chirillo, 53 anni, Domenico Cicero, 54 anni e Davide Aiello, 58 anni.
I tre arresti scaturiscono da una complessa ed articolata indagine, ulteriore fase dell’operazione denominata ‘Terminator’ compiuta nel settembre del 2008 con l’arresto, complessivamente, di 25 persone.
Secondo gli investigatori l’omicidio di Pezzulli sarebbe scaturito dal furto di una somma di denaro della cassa comune della cosca. Ai tre arrestati è stata notificata una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip distrettuale di Catanzaro, Maria Rosaria Di Girolamo, che ha accolto la richiesta del procuratore aggiunto del capoluogo calabrese, Giuseppe Borrelli, e del sostituto procuratore di Cosenza, Salvatore Di Maio.
Nel corso delle indagini è emerso che Domenico Cicero e Francesco Chirillo sarebbero stati i mandanti del delitto mentre Davide Aiello fu l’esecutore materiale. Il personale della Dia ha analizzato alcune intercettazioni telefoniche ed ambientali dalle quali era emerso che le cosche del cosentino avevano intenzione di organizzare un omicidio nei confronti di un affiliato che si era appropriato della somma di 800 milioni di vecchie lire.
Attraverso le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia si è riusciti ad individuare che la vittima era Carmine Pezzulli, indicato come il contabile della cosca capeggiata da Domenico Cicero. Attraverso una serie di riscontri gli investigatori sono riusciti a stabilire il ruolo dei tre arrestati.
I particolari delle indagini sono stati resi noti dai procuratori aggiunti di Catanzaro e Cosenza, Giuseppe Borrelli e Domenico Airoma, dal direttore del centro operativo di Reggio Calabria della Dia, Francesco Falbo, e dal responsabile del centro operativo della Dia di Catanzaro, Antonino Cannarella. «L’omicidio di Pezzulli – ha detto Borrelli – fu un regolamento interno all’associazione perchè accusavano la vittima di essersi impossessato di 800 milioni di lire. Attualmente in provincia di Cosenza c’è una forte alleanza tra le cosche Cicero-Lanzino-Chirillo che ha portato alla pace mafiosa. Ma, a nostro avviso, anche se c’è una situazione di tranquillità bisogna affrontare in modo incisivo il problema dell’arresto dei latitanti Franco Presta ed Ettore Lanzino i quali continuano a controllare e gestire i loro affari».

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