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La conferenza stampa per l'operazione con il procuratore Nicola Gratteri

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CATANZARO – I carabinieri del reparto Investigativo del R.O.S, del Reparto Anticrimine di Catanzaro e del Nucleo Investigativo di Vibo Valentia hanno notificato l’avviso di conclusione indagini nei confronti di 479 persone ritenute appartenenti o contigue alle cosche di ‘ndrangheta della provincia di Vibo Valentia.

Si conclude così la fase delle indagini preliminari dell’inchiesta “Rinascita-Scott”, una delle operazioni più vaste di contrasto alla ‘ndrangheta eseguite sul territorio italiano, e che vede ulteriori capi d’imputazione edì ulteriori indagati rispetto ai 336 già tratti in arresto lo scorso 19 dicembre.

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La disarticolazione delle strutture criminali operanti nella provincia di Vibo Valentia ha consentito di trarre in arresto oltre che persone appartenenti alla ‘ndrangheta, politici, avvocati e figure professionali di spicco collegati alla criminalità organizzata, come l’ex parlamentare Giancarlo Pittelli e l’ex sindaco di Pizzo Calabro, Gianluca Callipo.

I nuovi indagati

La notifica dell’avviso di conclusione indagini è stata disposta in concomitanza con quella di 18 ordinanze di custodia cautelare eseguite a Vibo, in provincia di Firenze e in altre città italiane. Si tratta di 11 provvedimenti di custodia cautelare in carcere e 7 divieti di dimora emessi dal Gip di Catanzaro su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro a carico di altrettanti soggetti ritenuti responsabili di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, le cui attività delittuose hanno coinvolto oltre 60 persone, tutte indagate nello stesso procedimento.

Nel corso delle indagini è stato, in particolare, ricostruito il quadro di insieme dei traffici internazionali di droga (cocaina, marijuana e hashish) che lega trasversalmente tutte le locali di ‘ndrangheta della provincia vibonese e che vede particolarmente attivi i soggetti legati alla Locale di Zungri in grado di giungere fino ad alcune importanti piazze di spaccio sia in Toscana che in Sicilia, Piemonte ed altre Province calabresi come Cosenza.

SCHEDA: TUTTI I NOMI DEI 479 INDAGATI

Un vero e proprio cartello dedito al traffico di droga che si approvvigionava attraverso canali riconducibili al Brasile e all’Albania. Nel canale brasiliano, ditte di import-export di marmi, niobio e manganese, hanno consentito di occultare il traffico di cocaina, mentre per il canale albanese i carichi di marijuana e hashish venivano fatti giungere mediante il porto di Bari tramite una rete relazionale costruita dai vibonesi con un gruppo di albanesi ormai stanziatisi in Toscana.

Il “cartello” della droga, operando per conto delle Locali di ‘ndrangheta vibonesi, si avvaleva di soggetti specializzati con funzioni di broker e personali “garanti” in termini di “affidabilità” criminale nei confronti dei produttori che recatisi nei paesi esteri contrattavano i prezzi dei carichi per poi occuparsi direttamente anche dell’attività di approvvigionamento.

Una volta arrivato sul territorio nazionale, il carico veniva gestito e smistato dal cartello, che utilizzava la sua fitta rete nazionale per il celere smistamento alle piazze di spaccio e la successiva vendita al dettaglio dello stesso.

Complessivamente nel corso dell’attività investigativa poi culminata nell’operazione “Rinascita Scott” sono stati sequestrati in tutta la provincia di Vibo Valentia un chilo di cocaina, 81 chili di marijuana e 3952 piante di canapa indiana, 25 chili di hashish, 89 grammi di eroina, 11 grammi di funghi allucinogeni e 27 pasticche di ecstasy.

Il procuratore Gratteri, all’Ansa, ha detto: «Il processo Rinascita-Scott sarà fatto in Calabria anche se ancora non sappiamo di preciso dove. Così mi è stato detto. Si sta ragionando su una tensostruttura da installare nel cortile del carcere catanzarese di Siano quale soluzione provvisoria e poi su un altro luogo stabile».

L’udienza preliminare, a questo punto, dovrebbe tenersi a breve. «Speriamo che l’inizio possa avvenire per la fine di luglio» ha detto Gratteri.

Il video dell’operazione
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