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Catanzaro ha celebrato una festa in ricordo di un passato glorioso come preludio, si spera ben augurante per un futuro migliore. I 40 anni dall’ascesa in Serie A della squadra giallorossa sono stati festeggiati al teatro Politeama, per ricordare quel 13 giugno 1971 in cui il Catanzaro di Nicola Ceravolo e Gianni Seghedoni conquistò appunto, la massima serie calcistica.
E l’emozione della serata è tutta negli occhi lucidi di quel mister che viene ricordato come un sergente di ferro dal cuore tenero. Quasi ottantenne Seghedoni ha fatto il suo ingresso al Politeama tra la folla festante e quando alle sue spalle è comparsa l’immagine con il presidente Nicola Ceravolo, si è girato mandando un bacio proprio all’indimenticata guida del Catanzaro degli anni d’oro. Accanto a Seghedoni alcuni dei protagonisti di que tempo.Romeo, Marini, Banelli, Benedetto, Silipo, Barbuto, Busatta, Gori, Ciannameo, Braca, Franzon, Barone mentre la standing ovation, anche questa in perfetto stile teatrale è stata riservata al ricordo di Angelo Mammì, i cui familiari hanno fatto pervenire agli organizzatori della serata, l’associazione Catanzaro nel pallone, un commosso saluto con la certezza, espressa nella lettera, che Catanzaro e il Catanzaro resteranno per sempre un pezzo di vita insostituibile per tutta la famiglia Mammì. Il sindaco, Michele Traversa, ha regalato a Gianni Seghedoni le chiavi della città realizzate dal maestro orafo Michele Affidato. Traversa nel suo intervento non ha mancato di ricordare non solo i protagonisti di quell’epoca in campo, ma anche quelli fuori dal campo, che avevano fatto nascere intorno ai giallorossi un vero e proprio movimento di opinione che ogni lunedì si ritrovava in uno storico negozio di corso Mazzini, Arbiter Marino, e discuteva delle sorti del Catanzaro. Uno sguardo anche alla nuova società con in testa l’ex sponsor della Reggina Calcio, Giuseppe Cosentino, titolare della Gicos che il primo cittadino ha voluto ringraziare assieme agli impenditori catanzaresi che si sono impegnati a non far mancare il proprio appoggio alla società giallorossa. Affermazione questa non condivisa dal pubblico che, all’indirizzo degli stessi imprenditori non ha riservato applausi ma manifestazioni di disappunto. E poi la parola ai protagonisti, quei ragazzi di altri tempi con i capelli sale e pepe che hanno raccontato di un calcio fatto di stima, solidarietà amicizia, voglia di emergere ma mai a discapito dei compagni o della società stessa. Commosso Gianni Seghedoni: «Non può esserci una squadra vincente se non esiste una società forte e dei giocatori che credono nelle loro potenzialità. Nel calcio – ha detto Gianni Seghedoni – non si imbroglia a scendere in campo sono sempre i più bravi e quelli più bravi sono quelli che ci credono sempre».

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