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Da Vibo Valentia non emerge un quadro rassicurante sulla sanità in Calabria e soprattutto sul suo futuro
di GIUSY D’ANGELO
VIBO VALENTIA – In occasione della prima giornata del Festival per l’Economia, nella sala conferenze del 501 Hotel, si è affrontata la tematica “Diritto alla salute? Non solo una questione di budget”. Nell’evento spazio al confronto tra Domenico Consoli, componente del Consiglio nazionale di Sno e Michele Mirabello, presidente commissione sanità della Regione Calabria.
L’argomento, introdotto da Lionella Maria Morano, è risultato di grande attualità, alla luce delle ultime proteste di piazza che hanno coinvolto il Vibonese. Il nostro sistema sanitario prevede che lo Stato si prenda carico del paziente, favorendo le attività di prevenzione. Ma mancano gli attori principali. A partire dal numero di professionisti che cureranno i cittadini in futuro. I medici con più di 50 anni, ad oggi, rappresentano il 62,45 per cento. Nei prossimi anni, tali professionalità andranno in quiescenza senza possibilità di ricambio generazionale. Il numero degli specialisti tenderà a diminuire, ad aumentare, invece, i medici generici.
Anche il quadro riguardante le strutture di neuro, in Calabria, attualmente risultano gravemente compromesse a causa di carenze nel personale: «Da qui a 10 anni mancheranno 3 sanitari su 10 di quelli attualmente necessari, da qui a 15 anni addirittura 1 su 2» ha commentato Consoli evidenziando come, un medico, sottoposto a stress, e turnazioni disumane, tenda ad abbandonare.
Mirabello, invece, è intervenuto sulle prospettive in materia sanitaria: «Bisogna partire dalla scelta della nostra terra di predisporre in Piano di rientro e chiedere il commissariamento sanitario in Calabria, a causa della carenza dei livelli essenziali di assistenza ed il debito fuori controllo, una scelta che si è rivelata infelice». Nel tempo, la contrazione del personale ed il turn over hanno prodotto un drastico ridimensionamento dei servizi per i cittadini: «Ritengo che gli eventi degli ultimi mesi abbiano dimostrato il ripensamento del Governo, sulla possibilità di rivedere la legge sul commissariamento. Noi come Consiglio abbiamo chiesto di rivisitare le regole d’ingaggio di questo Piano perché le condizioni economiche , sociali ed olografiche del territorio ne impediscono l’attuazione».
Sul futuro Mirabello non si è sbilanciato: «Questo commissariamento ha sollevato una protesta unanime su tutti i territori e lo stato di sofferenza è destinato ad aggravarsi. Da parte nostra, l’impegno a riportare regole più credibili».
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