Il procuratore capo di Paola, Pierpaolo Bruni
1 minuto per la letturaPAOLA (COSENZA) – La durata media totale dei tempi di definizione dei fascicoli noti è di soli 140 giorni mentre l’86 per cento delle sentenze penali in sede di udienza gip si concludono con una condanna.
Sono questi i dati maggiormente significativi della gestione del procuratore Pierpaolo Bruni in seno alla Procura della Repubblica di Paola. Anche in sede di dibattimento penale i risultati sono rilevanti: il 78 dei procedimenti fa registrare una condanna. In un solo anno, dal 3 giugno 2019 al 3 giugno 2020, sono stati definiti 2.449 procedimenti noti, 3.239 ignoti, 1.994 cosiddetti “fatti non costituenti reato” e 346 di competenza del Giudice di pace. Tutto ciò nonostante i diversi mesi di fermo dell’attività giudiziaria ordinaria dovuta all’emergenza coronavirus.
V’è da dire, ancora, che i procedimenti noti definiti in fase di indagine costituiscono il 70 per cento del carico, mentre gli ignoti rappresentano l’83 per cento e l’67 per cento riguarda il giudice di pace.
Una gestione, dunque, efficiente e produttiva, quella del gruppo di magistrati inquirenti guidati dal procuratore capo Pierpaolo Bruni, proveniente dalla Distrettuale antimafia, sotto scorta per le gravi minacce di morte subite. Un risultato pienamente condiviso, chiaramente, con il personale degli uffici giudiziari.
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