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Legambiente al termine della campagna Treno Verde ha lanciato il suo grido di allarme sulla presenza di polveri sottili a Cosenza
di FRANCESCO RIDOLFI
COSENZA – È un vero e proprio grido d’allarme quello lanciato da Legambiente per Cosenza. Secondo le rilevazioni del Treno Verde, infatti, i valori delle polveri sottili in città sono «molto elevati» anche se c’è da aggiungere che «non sono comparabili con le medie giornaliere previste per legge» ma tuttavia «rappresentano un campanello d’allarme per la tutela della qualità dell’aria e della salute dei cittadini. A salvarsi sono le aree verdi e pedonali».
Inoltre, non c’è solo l’inquinamento atmosferico, a destare preoccupazione è anche l’inquinamento acustico con «il rumore che assedia la città». Una situazione che chiama in causa il Comune che «non ha mai approvato un piano di zonizzazione acustica».
La campagna ambientalista da 26 febbraio ha fatto sosta in undici città fruendo della collaborazione di Valorizza, brand di Studia Sma e Gemmlab, dell’Università La Sapienza e del Cnr. I risultati sono stati presentati da Stefano Ciafani, direttore generale Legambiente; Francesco Falcone, presidente Legambiente Calabria e da Simone Nuglio, responsabile del Treno Verde. Legambiente ha poi incontrato i candidati a sindaco Gustavo Coscarelli, Valerio Formisani, Mario Occhiuto, Enzo Paolini ai quali ha sottoposto le proprie proposte sui temi della mobilità sostenibile, dei rifiuti, della rigenerazione urbana e del consumo di suolo.
Secondo Legambiente «servono efficaci ed innovative politiche di mobilità urbana e di rigenerazione della città in chiave green».
Ecco le proposte di Legambiente
MOBILITÀ SOSTENIBILE – La città di Cosenza vanta un ottimo progetto di partenza, quello del Transport Hub, un vero piano urbano della mobilità sostenibile dal quale occorre ripartire. Portare a compimento questo progetto è fondamentale per il futuro della mobilità in questa città, dove la maggior parte degli spostamenti avvengono ancora con l’automobile privata. Per ridurre lo smog servono piani che disincentivino gli spostamenti con mezzi privati a favori di un trasporto pubblico – sia su gomma che su ferro – davvero competitivo. Occorre far viaggiare in sede protetta e in corsie preferenziali almeno un terzo dei percorsi della rete di trasporto pubblico di superficie. Altra proposta è quella di introdurre il limite di velocità a 30km orari su tutta la rete viaria del centro abitato eccezion fatta per le principali arterie di scorrimento e per le strade le cui caratteristiche costruttive e funzionali consentano che all’aumentare della velocità non aumenti l’insicurezza. Aumentare, inoltre, le aree pedonali e le zone a traffico limitato.
RIFIUTI – La virtuosità del comune di Cosenza e di molte amministrazioni della provincia cosentina sul fronte della raccolta differenziata devono rappresentare una leva per far decollare un virtuoso ciclo integrato dei rifiuti in tutta la regione. Occorre ora riprendere e potenziare l’esperienza della raccolta differenziata, arrivando a riciclare (quindi non solo differenziare) nei prossimi 5 anni almeno il 70 per cento dei rifiuti urbani prodotti in città. Chi produce meno rifiuti deve essere premiato. Attivare la tariffazione puntuale per tutte le utenze, domestiche e produttive della città, sul modello di quanto già fatto nei capoluoghi di Parma e Treviso.
RIGENERAZIONE URBANA – In questa ottica la rigenerazione urbana è, al contempo, strumento da utilizzare e obiettivo da perseguire. Cosenza deve trovare una sua vocazione in tal senso, partendo dal bellissimo centro storico, vittima di degrado e abbandono. La vecchia Cosenza, infatti, rappresenta il laboratorio perfetto per raccogliere la sfida della rigenerazione; è fondamentale che il centro storico torni ad essere luogo d’elezione per le attività commerciali, culturali e sociali della città, permettendo così ai cittadini di riappropriarsi dei luoghi della propria identità storica, troppo spesso dimenticata. È necessario che i futuri amministratori creino dei canali diretti con i cittadini per costruire quei necessari spazi di confronto nei quali avviare i processi “dal basso” in grado di garantire esperienze di successo, con una cura particolare al tema del verde urbano. Nelle opere di riqualificazione urbana va posto subito rimedio al problema della dispersione idrica in città che secondo i dati dell’ultimo rapporto Ecosistema Urbano di Legambiente si attesta al 60%, posizionando Cosenza tra le peggiori città italiane. Più della metà dell’acqua immessa in rete viene oggi sprecata ed è quindi fondamentale effettuare nei prossimi anni opere che consentano quantomeno di rientrare nella media nazionale del 30 per cento.
CONSUMO DI SUOLO – Strettamente connesso al tema della rigenerazione urbana è il consumo di suolo che a Cosenza ha raggiunto livelli critici. Va arrestata l’avanzata dell’urbanizzazione: nessun altro metro cubo di cemento deve essere colato. Occorre concentrarsi piuttosto sulla riqualificazione edilizia del patrimonio esistente.
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