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Doveva essere un villaggio turistico comunale con scopi sociali, utile per garantire anche alle persone disagiate una vacanza dignitosa. Invece, sarebbe diventato un centro di abusivismi, irregolarità, collusioni politico-mafiose. Condizioni che hanno portato al sequestro preventivo del «Villaggio comunale a mare» di Borgia, in provincia di Catanzaro.
Contemporaneamente sono stati notificati tredici avvisi di garanzia a carico di tre ex sindaci, ex assessori comunali e tecnici che si sono succeduti negli uffici comunali.
I tre ex sindaci indagati sono Giovambattista Sgromo (in carica dal 1997 al 2001); Antonio Valeo (dal 2001 al 2004) e Domenico Rijllo (dal 2006 al 2010, anno in cui l’ente è stato sciolto per presunte infiltrazioni malavitose). Un’inchiesta complessa, partita dopo la verifica degli atti amministrativi da parte della Commissione di accesso antimafia e dalla quale è poi scaturito lo scioglimento dell’ente comunale per presunte infiltrazioni mafiose.
In questi mesi, i carabinieri della Compagnia di Girifalco, guidati dal tenente Vitantonio Sisto, hanno riscontrato diverse irregolarità, contestando, a vario titolo, agli indagati i reati di abuso di ufficio e violazione di norme in campo urbanistico ed ambientale. Nel decreto di sequestro e negli avvisi di garanzia emessi dalla Procura della Repubblica di Catanzaro si evidenziano, infatti, una serie di abusi ed illeciti di natura edilizia ed ambientale, con alcune piazzole che nel tempo sono state ampliate, inglobando delle pertinenze di proprietà comunale che sono state recintate e pavimentate, la quasi la totalità delle costruzioni presentano manufatti in muratura, così da trasformare, come si legge nel decreto, delle costruzioni provvisorie in delle vere e proprie seconde case estive, con tanto di condizionatori, tv satellitare e scarico doccia non autorizzato. Accertamenti venuti fuori con gli accurati controlli dei carabinieri della stazione di Borgia, unitamente a personale della sezione di polizia giudiziaria della Procura di Catanzaro.
Ulteriori anomalie sono state riscontrate nell’affidamento delle predette piazzole, è stato accertato che «inspiegabilmente» non avveniva mai nessun cambio di assegnazione, ma di fatto le stesse erano affidate sempre alle medesime persone o anche a prestanome, con tenore di vita non proprio modesto e, in alcuni casi, vicine ad ambienti malavitosi, in totale violazione del bando che regola l’affidamento delle piazzole. È emerso, inoltre, che nonostante alcuni degli assegnatari per qualche anno non abbiano pagato il canone di locazione, peraltro irrisorio, l’amministrazione comune ha continuato a concedere tali spazi, vicenda analoga anche per l’assegnazione dello spazio relativo al bar del villaggio. È stato ancora riscontrato nelle indagini che alcuni cittadini ritenendo il diritto ormai acquisito, abbiano venduto tale concessione con tanto di atto di compravendita, venendo palesemente meno il senso di sostegno sociale con il quale è stato costruito il villaggio comunale, cioè garantire le vacanze estive anche ai cittadini meno facoltosi.
Oltre ai tre ex sindaci risultano indagati gli ex assessori che hanno fatto parte dell’Esecutivo tra il 2006 e il 2010: Francesco Sacco, Salvatore Abbruzzo, Riccardo Bruno, Giustiniano Chiarella, Rosanna Passafaro, Antonio Ferraggina. Ed ancora, avviso di garanzia è stato notificato ai dirigenti comunali Armando Zaccone (già responsabile dell’Area amministrativa), Sebastiano Valentino (già responsabile dell’Ufficio tecnico settore urbanistica dal 1972 all’1 luglio 2009), Ubaldo Bertucci (responsabile dell’Ufficio tecnico settore urbanistica dall’1 agosto 2009), Michele Ranieri (responsabile dell’Ufficio tecnico settore urbanistica dall’1 agosto 2009).
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