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Poco più di quattromila lauree in Lettere e Filosofia, conseguite all’Università degli studi della Calabria tra il 2007 e il 2011, sono da ieri al vaglio della Procura di Cosenza. Le hanno acquisite nel corso della stessa giornata, e su incarico del pubblico ministero Antonio Bruno Tridico, titolare dell’indagine aperta sui presunti falsi esami “sostenuti” all’Unical, gli uomini della Digos. Lo scopo è accertare se i relativi esami sono stati superati legalmente, ossia senza l’apposizione di firme fasulle sugli statini. «Se dovessero riscontrarsi anomalie – ha detto il rettore Giovanni Latorre – ci saranno conseguenze penali e l’annullamento del titolo. Vogliamo tutelare gli studenti onesti e l’immagine della nostra città».
L’ipotesi d’accusa, fino a ieri ancora a carico di persone da identificare, è sempre quella di falso in concorso. Si ipotizza, cioè, l’esistenza, all’interno dell’Unical di Arcavacata, di una o più persone specializzate nella falsificazione degli statini. Ma un’altra accusa potrebbe prendere corpo, ossia quella di corruzione. A tal proposito le indagini sono concentrate sui responsabili di segreteria. Proprio oggi è previsto l’interrogatorio di uno dei responsabili, che sarà chiamato a rispondere sulle procedure di inserimento degli esami sostenuti nel sistema informatico dell’Unical. In questa vicenda la stessa Unical e i suoi docenti. Oggi dovrebbero essere ufficializzati i nomi dei primi indagati. I funzionari di segreteria a rapporto in Procura
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