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L’inchiesta aperta dalla Procura di Cosenza sulla registrazione degli esami all’Università della Calabria avrà la sua prima svolta ad inizio della prossima settimana e il Pm Antonio Bruno Tridico, titolare delle indagini, inserirà infatti nel relativo fascicolo i nomi dei primi indagati. L’ipotesi d’accusa è falso. Per quanto riguarda la facoltà di Lettere gli studenti interessati dai controlli sono ottomila ma le prove sospette, per come dichiarato dallo stesso rettore Giovanni Latorre, sono in tutto 26mila. Al vaglio ci sono però anche le lauree conseguite in questi ultimi cinque anni. E qui abbiamo a che fare con 20mila titoli: «Se dovessero riscontrarsi anomalie – ha fatto sapere Latorre – ci saranno conseguenze penali e l’annullamento del titolo. Vogliamo tutelare gli studenti onesti e l’immagine della nostra città».
Intanto è stato ascoltato il professore Roberto Bondì, docente di “Storia del pensiero scientifico”: «Tutto è iniziato – ha spiegato Bondì al Quotidiano – quando l’area didattica della Facoltà di Lettere dell’Unical nel sistemare alcune pratiche di laureandi ha notato che nella ricostruzione degli esami alcuni non risultavano registrati nel sistema informatico. Tra questi ce n’era uno dei miei. Così sono risaliti al cartaceo e mi hanno convocato per capire se fossi stato io a non registrare l’esame o se ci fosse qualche altro problema». Ebbene, quando il professore Bondì ha visto lo statino ha detto che la firma non era la sua: «Ho subito informato i responsabili e il preside di Facoltà». Quindi l’apertura di un’indagine interna, con una relazione inviata in Procura, che ha avviato la sua inchiesta. Le attuali indagini si stanno concentrando sui responsabili degli uffici di segreteria, che saranno al più presto convocati in Procura per spiegare le modalità di registrazione degli esami.

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