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di Paride Leporace
IL VOTO per le amministrative di ieri, nelle sue prime risultanze, certifica una crisi non risolta dell’Italia molto difficile da comprendere nei suoi prossimi sviluppi. Il berlusconismo verifica la fine della sua corsa trionfale ma è ancora in piedi a contrastare un nuovo che è privo di forme certe di aggregazione. Il cavaliere per la prima volta fallisce la campagna elettorale e il suo ruolo di grande comunicatore.
Milano, capitale economica del Paese e città da dove sempre partono le trasformazioni epocali, ha voltato le spalle alla richiesta di referendum “Silvio
contro Procura”. Una Moratti spompata, la Lega in gran sofferenza, le trasformazioni degli ultimi mesi hanno fatto registrare un clamoroso sorpasso da parte del candidato a sindaco Pisapia che, pur provenendo da formazioni estreme, è riuscito a creare un collante vincente di una nuova milanesità progressista che
deve molto far meditare i teorici del maggioritario ad ogni costo. Un percorso
nato da primarie vere che restano un puntello della sinistra che riesce a vincere e guadagnare consensi.
Nella Napoli della monnezza, insieme ad un aumento dell’astensionismo, si registra un voto punitivo per Pd e Pdl. Qui le primarie hanno rappresentato un punto basso della politica meridionale che nella sua capitale ha mostrato versanti osceni nelle dinamiche interne prima e nella scelta del candidato Morcone dopo. Luigi De Magistris, che si conferma buon politico rispetto al suo ruolo di magistrato (resta il vulnus di aver fatto carriera grazie all’azione penale) ha saputo creare una candidatura che dai centro sociali si è allargata alla borghesia progressista e intellettuale partenopea e che ora dovrà mostrare se è in grado di battere il candidato Lettieri del Pdl.
E’ questa una partita decisiva per il futuro del Meridione. Il voto di Napoli non riguarda solo una metropoli. Le forze riformiste del Pd vincono molto bene a Torino grazie ad un candidato molto credibile e realista come Fassino, ma anche per merito del sindaco uscente Chiamparino. A Bologna invece il partito è messo a
dura prova dalle vicende di Del Bono e dell’ex capitale rossa entrata in crisi
con molto del suo popolo di riferimento. Uno dei motivi dello straordinario successo nelle città del Nord del movimento di Grillo e dei suoi candidati sconosciuti. Un populismo mediatico e tecnologico apre spazi ampi a chi non si riconosce né nella sinistra riformista e neanche in quella giustizialista e radicale. Il non voto tende a rappresentarsi in questo nascente Quinto stato della politica molto difficile da decodificare. Il terzo polo non sfonda. Risulterà decisivo per molti ballottaggi. La sua collocazione sarà determinante per gli scenari futuri. Pesa molto la spaccatura interna degli ex finiani che in
queste ore mostrano di avere orizzonti contrapposti tra falchi e colombe.
Decisiva, nonostante il calo di consenso, resta la Lega con il suo forte potere di intermediazione con l’area governativa. In Basilicata il voto nei due principali centri urbani ci dice che la proverbiale ipertrofia del centrosinistra gli consegna anche il ruolo di opposizione interna al suo potere. A Melfi, il candidato socialista Valvano è in bilico tra vittoria al primo turno e ballottaggio. Una sorta di finale di primarie, al secondo turno di Pisticci, con il confronto Di Trani e Badursi. Il dato di pietra lucano è quello dell’ennesima pesante Waterloo del Pdl berlusconiano. Ha perso due importanti comuni come Melfi e Pisticci, non ha presentato candidati degni di questo nome
in paesi grandi, non ha un ruolo, non ha un progetto. Emblematico che riesca a vincere a Ferrandina con una vecchia volpe come D’Amelio. Resta da capire se il terzo polo lucano sarà in grado di essere una forza autonoma e credibile. Rimane in piedi il grande Partito-regione.
Spesso incapace di trovare sintesi semplici e vincenti in modo secco. Paradossalmente ingarbugliato nella lotta eterna dei sui feudatari, i quali -prima di cercare il progetto generale – pensano alla propria sopravvivenza e all’imperativo categorico del proprio successo personale.
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