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POTENZA – Non perde mai di vista il proprio I-pad con il quale continua a scorrere le notizia di politica nazionale. Quella stessa politica nazionale di cui Italo Bocchino (in foto), deputato ex vicepresidente della Camera e numero due di Fli, è uno degli esponenti di spicco.
Ma questa volta il “braccio destro” di Gianfranco Fini non è su una delle poltrone dei talk show televisivi nazionali ma nella lucana Rionero. A Palazzo Fortunato, infatti, il big nazionale ieri mattina ha presentato il proprio libro: “Una storia di destra”. In prima fila ad ascoltarlo l’establishment dei finiani di Basilicata: il senatore e coordinatore regionale di Fli, Egidio Digilio, il presidente provinciale del partito di Potenza, Rocco Coviello, una serie di amministratori locali tra cui i consiglieri provinciali, Giuseppe Morero, Dario De Luca, Luigi Lorusso.
Naturalmente, non si allontana mai da Italo Bocchino il candidato sindaco di Rionero, Vittorio Brienza (a pagina 25 la cronaca dell’attività elettorale di ieri ndr) che è sostenuto, nella sfida per la fascia tricolore del comune del Vulture proprio dai finiani. Il salotto buono della cultura rionerese è luogo “neutro”. Istituzionalmente parlando. Così a parlare del libro di Italo Bocchino c’è anche il sindaco uscente e ricandidato per il centrosinistra, Antonio Placido che veste il ruolo di padrone di casa e ascolta i racconti degli ultimi 25 anni di storia della destra italiana vissuti direttamente da Bocchino con “rispettoso” interesse.
E quindi il leader finiano tra una “bordata” a Silvio Berlusconi, e le “ricette” per la costruzione di una destra italiana laica, moderata e non populista lancia le proprie idee per il dopo berlusconismo. Perchè l’allievo prediletto di Pinuccio Tatarella del prossimo declino del premieri ne è convinto. Anche se spiega: «Non so se Berlusconi finirà il suo ruolo nella politica italiana tra due giorni, tra sei mesi o due anni. Non è importante. Non c’è dubbio però che è alla fine è non c’è dubbio che dopo di lui il Pdl si sgonfierà inevitabilmente a nostro vantaggio». E quindi aggiunge: «E alle prossime elezioni politiche noi saremo i vincitori. Perchè sia che vinca il candidato premier del Pdl o quello del centrosinistra di certo non avrà i numeri per governare al Senato e quindi noi saremo determinanti e imporremo le nostre idee».
Parla con chiarezza, Bocchino. Anche quando tocca alcuni aspetti del proprio libro e dichiara: «Io l’ho sempre detto. Il fascismo è stato un danno per la presenza del nostro Paese di una destra moderata e moderna come invece esiste negli altri Paesi europei» e da qui la frase ad effetto. Quella che piace ai politologi: «Ho subito più danni io dal fascismo che quelli di sinistra. Perchè contro di noi c’è stata molta diffidenza e molte accuse. In pratica per decenni il nostro spazio politico è stato limitato».
Ovviamente non rinnega il proprio passato e quindi le origini nell’Msi di Giorgio Almirante. Oggi però la sua guida è Gianfranco Fini. Che a detta di Bocchino «non è vero come tutti pensano che con con l’ingresso nella politica di Berlusconi Fini sia stato avvantaggiato. Io dico il contrario. Nel 1993 Fini arrivando al ballottaggio a Roma superando il 33 per cento era già destinato a essere la guida del centrodestra. Certo non avrebbe vinto subito ma la strada era segnata. Berlusconi invece senza Fini non avrebbe potuto fare nulla in politica e gli sarebbero rimasti tutti i debiti che allora le sue imprese avevano accumulato».
Prima di chiudere un passaggio sul Terzo polo: «Nelle maggiori città dove si vota siamo riusciti a fare delle liste con il simbolo. In Basilicata no perchè l’Udc ha preferito la postazione più comoda con il centrosinistra. Non giudico la loro scelta ma dico che le postazioni comode alla lunga non sempre pagano».

Salvatore Santoro

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