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Il fatidico «sì» frenato dal covid19 ora riparte. In prima linea sui matrimoni ci sono Campania e Puglia, le due Regioni in cui la tradizione della celebrazione e della festa continua in maniera più forte e in cui c’è un indotto economico enorme. In Campania, ad esempio, Assocastelli stima un movimento di denaro di due miliardi l’anno tra location, catering, fotografi, regali, bomboniere, estetiste, parrucchieri e stilisti. Un comparto in cui lavorano migliaia di persone rimaste a lungo ferme. Da qualche giorno sono ripartiti i riti civili a Napoli, nelle sale delle Municipalità, mentre a Bari riprendono da domani rispettando le linee guida per la celebrazione emesse dal Comune: i matrimoni civili potranno svolgersi nella sala matrimoni in corso Vittorio Veneto e in altre sale cittadine per chi non vuole rimandare l’unione all’autunno o alla primavera 2021. Le regole pugliesi prevedono ospiti, testimoni e fotografi con la mascherina, mentre gli sposi possono farne a meno durante la cerimonia, tenendosi a due metri di stanza dal celebrante e dopo essere stati tutti sottoposti a misurazione della temperatura e igienizzazione delle mani. Dovranno essere inoltre riorganizzati gli spazi per assicurare il mantenimento della distanza tra i partecipanti garantendo nella disposizione dei posti a sedere, il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro e mezzo e se la distanza dal celebrante non potrà essere assicurata, la postazione dedicata al rito potrà essere dotata di divisori in plexiglass. L’amore al tempo del covid19 funziona così, ma la ripartenza è giudicata lenta e gli operatori fanno pressione sulle istituzioni. Ieri il governatore campano Vincenzo De Luca ha tenuto una riunione con i rappresentanti del settore wedding assicurando che lavorerà per arrivare a una ripresa, con le necessarie prescrizioni, nella prossima metà del mese di giugno. “Serve subito un protocollo – avverte però Stefano Sgueglia, leader di Assocastelli, l’associazione delle dimore storiche ma anche alberghi dediti alle nozze – il 15 giugno è tardi, per organizzare un matrimonio ci vuole almeno un mese. Noi siamo già pronti con il distanziamento dei tavoli e possiamo dividere in due giorni i matrimoni affollati: se hai 200 ospiti farai un giorno la cerimonia con 100 parenti e il giorno dopo con 100 amici». Paletti chiari per un settore che in Campania va fortissimo e che attira anche coppie dall’estero: «Inglesi, olandesi – spiega Sgueglia – vengono in molti a sposarsi da noi, ma abbiamo anche indiani, africani, che organizzano nelle nostre location dei matrimoni bellissimi ». Gli organizzatori di matrimoni chiedono anche alle autorità religiose di autorizzare le nozze in chiesa di domenica, per smaltire l’arretrato. La Conferenza episcopale campana, intanto, ha dato ieri il via libera a matrimoni e battesimi in chiesa, con un numero limitato di partecipanti, ma ancora nessuno ha detto «sì» davanti al sacerdote dopo il covid19.

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