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REGGIO CALABRIA – Appalti pilotati per agevolare la ‘ndrangheta. A scoprirlo la guardia di finanza di Reggio Calabria, che ha eseguito decine di misure cautelari e sequestri di beni e imprese per oltre 103 milioni di euro. Nell’operazione “Waterfront” sono coinvolti 11 funzionari pubblici. Oltre 500 militari del Comando provinciale della guardia di finanza di Reggio Calabria, con lo Scico e i rispettivi Comandi provinciali, hanno eseguito numerosi provvedimenti cautelari personali e patrimoniali nelle province di Reggio Calabria, Catanzaro, Cosenza, Vibo Valentia, Messina, Palermo, Trapani, Agrigento, Benevento, Avellino, Milano, Alessandria, Brescia, Gorizia, Pisa, Bologna e Roma.
L’operazione – coordinata dalla Procura della Repubblica-Dda di Reggio Calabria diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri – rappresenta l’epilogo delle indagini condotte dal Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Reggio Calabria, volte a contrastare i profili imprenditoriali della cosca di ‘ndrangheta Piromalli, che agisce nella piana di Gioia Tauro.
Le indagini, sottolineano gli inquirenti, hanno portato alla luce “l’esistenza di un cartello criminale composto da imprenditori e pubblici ufficiali” ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d’asta aggravata dall’agevolazione mafiosa, frode nelle pubbliche forniture, corruzione ed altri gravi reati.
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