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COSENZA – I lavori sugli argini di Crati e Busento, bloccati un mese fa dalla Soprintendenza Archeologia della Calabria (LEGGI LA NOTIZIA), potranno riprendere nelle prossime settimane. La sospensione verrà revocata non appena la Provincia comunicherà il nome dell’archeologo incaricato di seguire i lavori.

Non si tratta della campagna di ricerca della tomba di Alarico e del suo leggendario tesoro (LEGGI LA STRATEGIA DEGLI SCAVI): i lavori riguardano la mitigazione del rischio idrogeologico, ma sono partiti più o meno in contemporanea con le rilevazioni con georadar (LEGGI LA NOTIZIA) sulle tracce del re dei Goti. Le ruspe, anzi, hanno contribuito in quei giorni alla scenografia della caccia al tesoro, tra droni e strumenti per il telerilevamento.

Ad ogni modo, pur non trattandosi di una ricerca archeologica, la Soprintendenza ha ribadito alla Provincia che per proseguire nelle operazioni di scavo e movimentazione di terreno in quell’area bisognerà rispettare una serie di prescrizioni. La Soprintendenza impone la presenza di un archeologo (con specializzazione o dottorato di ricerca) che dovrà coordinare le attività di cantiere sotto la direzione scientifica della stessa Soprintendenza. Accanto all’archeologo dovrà essere presente anche un tecnico-rilevatore con esperienza nel campo archeologico.

La Soprintendenza effettuerà un sopralluogo nell’area dei lavori il cui inizio dovrà essere comunicato dalla Provincia con un preavviso di almeno dieci giorni. Lo stop, del resto, era partito proprio da una omissione: la Soprintendenza ha contestato alla Provincia il mancato invio del progetto che interessa l’alveo dei fiumi e che rientra nelle sue competenze proprio perché prevede attività di scavo in un’area di interesse archeologico. I lavori di sistemazione degli argini, quindi, riprenderanno a breve. Ma la Provincia non ha rinunciato ad intraprendere un’altra campagna di scavi per la quale, però, non basterà chiedere alla Soprintendenza e al Ministero solo una serie di prescrizioni.

La campagna di ricerca della tomba di Alarico è un progetto tutt’altro che tramontato per Occhiuto, nonostante non abbia incontrato il favore degli addetti ai lavori (LEGGI IL COMMENTO DELL’ESPERTO). Ieri, nella conferenza stampa natalizia, Occhiuto ha annunciato di aver trovato però la disponibilità di un archeologo pronto a curare il progetto di scavo che andrà inviato al Ministero per chiedere l’eventuale rilascio della concessione. Si tratta di Marina Mattei, curatrice archeologa dei Musei Capitolini e responsabile scientifico del progetto di valorizzazione dell’area sacra di Largo Argentina, a Roma. A Cosenza, anzi a Rende, è arrivata qualche settimana fa ospite dell’assessore Vittorio Toscano. Visto che era qui le è stato chiesto di dire la sua sulla ricerca di Alarico e la Mattei ha mostrato di non temere l’estrema esiguità di fonti storiche al riguardo. «Schliemann aveva solo un poema, però trovò Troia. Anche quando ho iniziato a scavare a Largo Argentina mi dicevano che era inutile, poi ho trovato un santuario del VI secolo. Si diceva che era inutile scavare anche ai Fori. Io credo che l’attività di ricerca archeologica, preceduta da indagini e supportata da un progetto, sia innanzitutto un modo per conoscere il territorio – disse in quell’occasione – Sappiamo che Alarico è passato da qui e che è morto qui. Se ci fosse un mecenate disposto a contribuire, perché non avviare uno scavo, preceduto ovviamente dalle necessarie indagini conoscitive?».

Ad ogni modo, chissà, forse il tesoro spunterà sul grande schermo: altra notizia prenatalizia snocciolata dal sindaco ieri in conferenza stampa riguarda infatti l’intenzione del regista Massimo Scaglione di girare un film su Alarico.

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