1 minuto per la lettura
Quest’anno, al rito religioso dell’Affruntata di Sant’Onofrio parteciperà anche una delegazione della Commissione regionale contro la ‘ndrangheta. «I fedeli – ha sostenuto il presidente dell’organismo, Salvatore Magarò – hanno diritto di poter esprimere i loro sentimenti religiosi senza intralci di altra natura, tantomeno illegali».
Ad avviso di Magarò «l’azione repressiva delle forze dell’ordine e della magistratura è straordinariamente proficua contro le cosche, ma occorre, contemporaneamente, come ricorda spesso il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, dottor Giuseppe Pignatone, una reazione della società civile ancora più forte.
Nel ‘caso’ della processione di Pasqua nel comune vibonese di Sant’Onofrio, dove la presenza di mafiosi monopolizzava il rito religioso, abbiamo, questa volta tutti assieme, religiosi, Stato e cittadini, l’occasione di affrancare un evento che richiama così tanta partecipazione e che rievoca il passo evangelico dell’incontro tra Cristo Risorto, Maria Addolorata e San Giovanni, dalle incursioni e dai condizionamenti mafiosi.
Insieme – ha concluso Magarò – la Calabria migliore ha tra l’altro il dovere di rendere visibile all’Italia la sua estraneità alla logiche criminali e affini, ed affermare un desiderio di liberazione che è parte integrante di ogni calabrese ma per il successo del quale il Paese non ci vede lasciare soli».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA