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HA VINTO l’edizione 2015 della Start Cup Calabria, si è aggiudicata il primo posto assoluto nella sezione italiana di Climate Launchpad ed è risultata tra i quindici top team alla finale europea di Amsterdam. Zeropet, una delle tre idee imprenditoriali che rappresenterà la Calabria al Premio nazionale dell’Innovazione, concilia le competenze di due ingegneri chimici, iraniani d’origine e cosentini d’adozione, alla loro forte coscienza ambientale. Ali Mohammadhosseini, ideatore di Zeropet insieme all’amico e collega Sasan Momtazi, ha studiato a Marsiglia (dove si è laureato e ha conseguito il dottorato di ricerca), poi si è trasferito a Cosenza seguendo la moglie che, in Erasmus, fa il dottorato all’Unical. E ha scoperto che in Calabria poteva continuare la sua attività di ricerca.

GUARDA IL VIDEO CON IL DETTAGLIO SU PROGETTO ZEROPET

Come nasce Zeropet?

«Parte tutto dalla passione che io e Sasan nutriamo per l’ambiente e dalla voglia di riuscire a dare in qualche modo un piccolo contributo. Io ho lavorato per un periodo per l’industria del gas e del petrolio come ingegnere di processo: ero consapevole delle ripercussioni sull’ambiente di quel tipo d’attività industriale e volevo dare una svolta alla mia carriera professionale. Il principale obiettivo di Zeropet è quello di ridurre ed eliminare lo smaltimento di bottiglie di plastica e in generale di rifiuti in pet, in ogni forma, nelle discariche usando una nuova e innovativa tecnologia che scompone il pet nei suoi componenti chimici originari e consente di riutilizzarli. Finora il riciclo tradizionale comportava un declassamento della qualità della plastica: con Zeropet si ricavano invece sostanze chimiche ad alto valore aggiunto e materiali pregiati. I vantaggi sono molteplici: per l’ambiente, per l’industria chimica, per la catena di valore del riciclo».

Lei arriva da Marsiglia e ora fa innovazione in Calabria. Ha incontrato difficoltà?

«I problemi ci sono ovunque. Magari altrove ci sono buoni trasporti ma c’è inquinamento. In Calabria trovo difficoltà per i collegamenti e alcune volte, da straniero, nel rapporto con la pubblica amministrazione, ma in generale è un buon posto. Le persone sono amichevoli e disponibili, il clima è buono, il cibo ottimo e per quanto riguarda l’innovazione sono rimasto davvero sorpreso perché ho scoperto quanto la Calabria sia attiva. Per me si è rivelata una buona chance. In Francia magari era più facile per me perché conoscevo bene la lingua, ma tutti gli enti e le organizzazioni con cui ho avuto a che fare si sono mostrati sempre molto disponibili e d’aiuto sia in Italia sia in Calabria».

Dopo la competizione a luglio, l’idea come si sta sviluppando?

«Sta andando molto bene. La Start Cup ci ha dato grande visibilità e abbiamo già iniziato trattative con possibili partner per continuare con lo sviluppo del progetto, realizzare un impianto pilota ed essere pronti per rilasciare poi la tecnologia ad altre compagnie. Abbiamo avviato la procedura per il rilascio del brevetto in Iran e in Italia e abbiamo già registrato il marchio in questo Paese».

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