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Il presidente Caffo (in foto) e i suoi collaboratori sono riusciti a far valere le loro ragioni. Questa volta, quindi, nessuna penalizzazione, per la Vibonese. Ma solo un’ammenda di 3 mila euro e l’inibizione per Caffo e per il presidente del collegio sindacale del club Raffaela Imeneo.
Nei giorni scorsi, era giunta la notizia del deferimento per la recidiva d’omissione nel pagamento dei contribuiti fiscali del primo trimestre e per la mancata corresponsione di una mensilità – quella del dicembre scorso – a Del Vivo. In particolar modo per quest’ultima contestazione, la società – convinta di potersela cavare nel peggiore dei casi con una sanzione pecuniaria – ha sempre ostentato sicurezza. Infatti, la Vibonese ha regolarmente versato la mensilità il 14 febbraio – ossia nell’ultimo giorno utile – ma l’operazione è andata in porto qualche giorno dopo, a causa di un errore meccanografico dell’istituto di credito. Fermamente convinta della propria estraneità ai fatti contestati, la società ha fatto valere le sue ragioni, nonostante la procura federale avesse chiesto due punti di penalizzazione, sette mesi di squalifica ciascuno per i due dirigenti e un’ammenda di 5mila euro. La Disciplinare, infatti, ha ritenuto che «possa configurarsi il caso di errore scusabile in buona fede» considerando che «solo per un mero errore di trascrizione del codice iban relativo al conto corrente di Del Vivo, il bonifico non aveva avuto buon fine». Comprensibilmente soddisfatti, dunque, in via Piazza d’Armi: «La Vibonese – si legge in un breve comunicato diffuso nella tarda mattinata – esprime il vivo ringraziamento per l’opera prestata dall’avvocato Santo Gurzillo cui spetta il merito per il ricorso da lui vergato e articolato. Lo stesso apprezzamento viene rivolto anche all’avvocato Fontana del foro di Roma che ha rappresentato di persona la società in sede dibattimentale».
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