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E’ stata inaugurata a San Luca, nel Reggino, la nuova caserma dei carabinieri intitolata al brigadiere Carmine Tripodi. Alla cerimonia sono intervenuti il sottosegretario di Stato all’Interno, Francesco Nitto Palma; il prefetto di Reggio Calabria, Luigi Varratta; il comandante interregionale carabinieri «Culqualber», gen. Lucio Nobili, ed il comandante provinciale, colonnello Pasquale Angelosanto.
I locali della caserma sono stati benedetti dal vescovo di Locri, mons. Giuseppe Fiorini Morosini. La cerimonia è stata preceduta dalla deposizione di una corona d’alloro alla lapide intitolata al brigadiere Tripodi, in località Ponte Cocuzza.
Il colonnello Angelosanto, nel suo intervento, ha rivolto un «deferente saluto ai familiari del brigadiere Tripodi, ed in particolare al padre Antonio, che porta appuntata sul petto la medaglia d’oro al valor militare conferita al figlio, e alla nipote, Carmela Tripodi, madrina della cerimonia. Nella sua lunga storia – ha detto Angelosanto – la stazione carabinieri non è stata, e a maggior ragione non lo è ai giorni nostri, soltanto un presidio avanzato di legalità in un territorio che è sovente evocato come una roccaforte della ‘ndrangheta, ma è ancor prima un segno tangibile dell’attenzione che le istituzioni rivolgono a questa collettività e che trova oggi conferma nell’inaugurazione della nuova caserma». Angelosanto ha anche ringraziato, «per l’attenzione riservata alle esigenze logistiche dell’Arma», il Ministro delle Infrastrutture, «la cui ferma volontà di realizzazione del presidio – ha detto – ha consentito di superare le molteplici e dure difficoltà che nel corso degli anni si sono presentate, e il grande impegno del Prefetto e del Provveditore Interregionale Sicilia-Calabria alle Opere pubbliche, i cui uffici e funzionari incaricati tanto hanno lavorato, unitamente al sindaco, Sebastiano Giorgi. Per ultima non priva di segnalazione è l’opera dell’impresa Pellegrino e delle sue maestranze per il lavoro svolto, iniziato nel 1995, portato avanti non senza difficoltà, più volte interrotto e terminato nel 2010».
«La realizzazione di quest’opera – ha detto ancora il comandante provinciale – non è un caso isolato. Infatti, altri importanti interventi infrastrutturali sono stati ultimati o stanno per esserlo a Locri, sempre ad opera del Provveditorato, a Gioia Tauro, Marina di Gioiosa Jonica e Rosario Valanidi di Reggio Calabria, ove beni sottratti alla criminalità mafiosa sono destinati a ospitare nostri comandi, con un’operazione resa possibile grazie all’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati e al fattivo interessamento dei suoi funzionari che, per questo, pubblicamente ringrazio. Si tratta di realizzazioni importanti, conseguite per corrispondere al bisogno primario della sicurezza, facendo in modo che le forze preposte alla sua tutela possano operare in condizioni adeguate di funzionalità e decoro». Angelosanto ha definito l’uccisione del brigadiere Tripodi, rimasta insoluta, «una ferita ancora aperta per l’Arma. Il sacrificio del brigadiere determinò negli apparati investigativi la presa di coscienza a operare forme di contrasto più efficaci e coordinate, la cui impostazione è ancora oggi seguita dai militari dell’Arma che hanno idealmente raccolto, in contrada Ponte Cocuzza di San Luca, lo stendardo portato con onore dal brigadiere Carmine Tripodi».
«E’ un fatto importante che manifesta la presenza e l’attenzione dello Stato in una terra martoriata dalla presenza della criminalità organizzata come quella della Calabria. In ogni coso però dobbiamo anche vedere i lati positivi: oggi alla manifestazione erano presenti circa 300 – 350 cittadini, tra cui molti bambini. Credo che questo sia un segnale positivo perchè vuol dire che anche qui, a San Luca, c’è gente che vuole il recupero della legalità che rappresenta il presupposto del riscatto di questo centro e della Calabria intera». Lo ha affermato il sottosegretario all’Interno, Francesco Nitto Palma, a margine della cerimonia d’inaugurazione della nuova caserma dei carabinieri di San Luca. Per il rappresentante del Governo, «questo segnale, però, non basta. La parte repressiva e il ripristino dalla legalità sono una porzione dell’intervento istituzionale. Ma non v’è dubbio che le istituzioni tutte, lo Stato, la Regione, la Provincia e gli enti locali, ognuno per la propria parte, debbano impegnarsi a favorire lo sviluppo dei loro territori e attuare ciò che serve per evitare un’invasione di campo della criminalità. Quindi, senz’altro la repressione, senz’altro la restaurazione della legalità, ma anche grandi interventi di tipo sociale». Il sottosegretario all’Interno ha poi affrontato il tema del contrasto alla criminalità organizzata in questi tre anni di Governo. «La risposta è stata unica – ha detto – e, assolutamente, nuova per lo Stato: gli arresti di appartenenti alla criminalità organizzata e di latitanti, il sequestro e la confisca dei beni sono stati assolutamente eccellenti. Questo è stato possibile sia per le modifiche legislative che sono state effettuate dal Governo, sia per l’azione delle forze dell’ordine e della magistratura. Immaginare che il fenomeno della criminalità organizzata e il suo contrasto possa fermarsi a questo a mio avviso è un errore. Di ciò il Governo Berlusconi – ha aggiunto – è assolutamente consapevole. Tutto quello che il Governo sta cercando di fare, qui, Calabria e in altre terre affaticate dalla criminalità organizzata, è garantire le condizioni per lo sviluppo e anche la fine di un sistema assistenzialista e clientelare che da sempre è stato l’humus all’interno del quale si è sviluppata la criminalità organizzata».
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