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PALAZZO SAN GERVASIO – L’unica cosa certa è che domina il caos nella
gestione dell’arrivo di più di 500 migranti fuggiti dal Nord Africa in
Basilicata.
A un giorno dal diktat del Viminale che ha inserito anche la Basilicata
tra le Regioni destinate a ospitare i cittadini sbarcati nei giorni scorsi
a Lampedusa, le istituzioni lucane sono rimaste del tutto all’oscuro del piano che il ministro Maroni ha adottato senza alcun coinvolgimento dei territori.
Nessuna comunicazione ufficiale è stata inviata in queste ore. Regione e
Comune non hanno idea degli aspetti organizzativi dell’accoglienza. L’unica
notizia trapela solo nella tarda serata di ieri: l’arrivo previsto per oggi
nella città al confine tra la Puglia e la Basilicata è stato rinviato a
domani.
Quando l’allestimento della tendopoli nel campo di accoglienza – già da
anni al centro delle polemiche perché inadeguato a ospitare i lavoratori
stagionali che puntualmente si riversano a Palazzo per la raccolta del
Pomodoro – sarà completamente ultimato.
Ma se fino a ora il mancato coinvolgimento delle istituzioni locali, e il
conseguente disordine nella gestione delle operazione ha contraddistinto
l’intera vicenda, è facile immaginare che i giorni a venire saranno ancora
più drammatici.
Si potrebbe profilare una situazione di vera emergenza. Tra i cittadini
che arriveranno in Basilicata non ci sono solo profughi di guerra in fuga
dalla Libia ma soprattutto clandestini che nelle ultime ore si sono
riversati sulle coste siciliane. Tutte le forze dell’ordine saranno
coinvolte nelle delicatissime operazione.
Ma si pone innanzi tutto un problema di identificazione: molti di loro si
sono liberati dei propri documenti per evitare di essere identificati.
In secondo luogo, proprio perché non si tratta esclusivamente di
rifugiati politici, sarà difficile garantire il controllo e la sicurezza
pubblica sul territorio. Solo 2.000 dei 18.000 sbarcati in Italia fino a
questo momento sarebbero fuggiti dalla Libia in guerra.
I migranti destinati alla Basilicata arriveranno direttamente da Lampedusa
e verranno trasportati in nave, presumibilmente fino al porto di Bari, per
concludere la loro odissea a Palazzo San Gervasio. Ma proprio qui la
situazione potrebbe esplodere da un momento all’altro.
«Preoccupano le parole del ministro Maroni che ha parlato della
disponibilità di 10 mila posti in tutte le regioni per i migranti», ha
sbottato il governatore lucano, Vito De Filippo, al termine della seduta
odierna della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome che si è
tenuta nella giornata di ieri.
«Si concordano alcune cose – ha continuato il presidente e poi, il giorno
dopo, dal Governo ne vengono dette altre che sono al di fuori di qualunque
intesa». E la mancanza di concertazione che fino a questo momento ha
caratterizzato la questione non è certo di buon auspicio.
Del resto lo stesso caos aveva caratterizzato nel 2008 l’arrivo di
centinaia profughi al Cara (centro rifugiati richiedenti asilo) di
Policoro.
Ma questa volta la dimensione del fenomeno e i continui sbarchi a
Lampedusa potrebbe determinare una situazione di vera emergenza.
Mariateresa Labanca
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