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di Pietro Scognamiglio

LA partita della vita, contro la squadra della sua città. Antonio Paternoster, condottiero e guida tecnica di Molfetta ma potentino doc, è bravo a sfuggire dalla retorica. Sente nella testa e nel cuore – non potrebbe essere altrimenti – la partita di domani contro la Publisys, ma il momento è talmente delicato che per le questioni personali, anche affettive, spazio non ce n’è. L’anno scorso non è riuscito a diventare profeta in patria, esonerato dopo sei partite alla guida di una squadra oggettivamente scadente, puntualmente poi retrocessa in altre mani prima del ripescaggio estivo. Il paradosso è che la società scelse di fare a meno di lui proprio dopo la prima vittoria, ottenuta a Ferentino alla sesta giornata. Una separazione per la quale Paternoster non mostra particolare rancore. “Siamo professionisti – dichiara – il mio unico pensiero adesso è salvare Molfetta. Abbiamo vissuto la settimana più importante dell’anno perché per noi è già uno spareggio, nonostante l’età media giovanissima del gruppo dobbiamo essere bravi a scaricarci la pressione dalle spalle”. Molfetta nelle ultime cinque partite ne ha vinta una sola (a Bisceglie), vive un momento di forma sicuramente peggiore rispetto ai potentini ma è squadra tosta, che già si è dimostrata capace di imprese importanti. Rugolo e compagni sono ancora aggrappati alla speranza dei play-out grazie alla serie di tre successi consecutivi ottenuti tra gennaio e febbraio che ha rivitalizzato la classifica, ammortizzando l’effetto del successivo periodo negativo. “Puntiamo a rimanere in corsa fino all’ultima giornata – continua – ma all’inizio dell’avventura credo che chiunque avrebbe messo la firma per vedere Molfetta con 22 punti a quattro giornate dalla fine. La Publisys sulla carta è più forte di noi, ma abbiamo preparato la sfida in ogni dettaglio per farci trovare pronti. Dobbiamo difendere bene togliendo loro i punti di riferimento, limitando il gioco in post basso su Bagnoli e le transizioni offensive di Paparella e Giuri. Pur andando contro la nostra natura, cercheremo di tenere la partita su un punteggio basso”. Più talento per i bianconeri di Di Tommaso, rotazioni più larghe e il fattore campo dalla parte di Molfetta. La sfida è tutta qui. O forse è qualcosa di più, almeno per chi la vivrà dalla panchina.

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