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L'imprenditore materano Francesco Massari

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MATERA – «Ho ricevuto seicento euro e dovrò pagarne quasi mille per la rata Inps in scadenza e comunque rimangono tutte le altre spese, bollette e fitti che non si azzerano e del prestito richiesto non c’è traccia, aspetto ancora una risposta dal fondo di garanzia che la banca ha dovuto interpellare». Francesco Massari commerciante di Matera, ha un negozio di vino “Vino e dintorni” nella centralissima via Ridola della città dei Sassi ma al momento il settore è praticamente fermo e sta patendo più che mai la crisi e lo stop che ha vissuto l’intero paese in queste ultime settimane.
Situazioni che hanno praticamente del paradossale e che confermano le grosse difficoltà dei piccoli commerciali e imprenditori che compongono il tessuto economico soprattutto in realtà come quella materana che ha puntato molto sul commercio e sul turismo negli ultimi anni e che ha vissuto il boom della capitale europea della cultura.

«Ho parlato con il mio consulente mi ha detto che forse potrei riuscire, salvo cambiamenti delle norme, a prorogare i pagamenti a giugno ma si tratta di qualche settimane e cambierebbe veramente molto poco. Con una mano ci danno dei soldi e con un’altra prendono quello che ci danno e anche altro.
Io ad esempio mi sono trovato a ricevere i 600 euro destinati alle partite Iva di cui ho fatto richiesta insieme a mia moglie, due richieste differenti fatte in contemporanea e in un caso soddisfatta infatti ho ricevuto i 600 euro e in un altro caso ancora no».

Situazioni che non hanno una vera e propria spiegazione logica, visto anche che le richieste sono state fatte simultaneamente ma che contribuiscono a scatenare le preoccupazioni dei cittadini in attesa di una risposta in questo momento che è alquanto particolare sotto il profilo economico. I primi mesi del 2020 già non sono stati particolarmente produttivi anche perchè si tratta di classici mesi di bassa stagione e ora le prospettive per una risalita richiedono evidentemente ancora dell’altro tempo di attesa.

«Le scadenze, le bollette rimangono lì a ricordarci il da farsi e ci sono i pagamenti degli affitti a cui dover assolvere. Una serie di obblighi a cui non si accompagnano interventi efficaci e anche le misure messe in campo a cui si è provato ad avere accesso non ci hanno dato ancora risposte. La realtà è quella che riceviamo seicento per le partite Iva e siamo lì pronti a pagarne 1000 solo di obblighi che arrivano entro la fine del mese e si tratta di spese che dovremo andare prima o poi a sostenere».

La mancanza di liquidità per le piccole imprese, la difficoltà di accedere al credito con le banche rimangono i più grandi problemi che in questo momento sono sul tavolo. Per gli esercenti le difficoltà sul futuro sono concrete e la risposta che serve è quella di un’inizione immediata di liquidità che provi a risolvere dubbi e preoccupazioni.

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Eugenio Furia

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Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

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