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di ALESSANDRO SGHERRI (Ansa)
CATANZARO – Un impianto accusatorio lacunoso» e tale da non presentare elementi «di per sè idonei» a esercitare l’azione penale. Con queste parole il gup di Catanzaro Maria Rosaria di Girolamo, ha messo la parola fine all’inchiesta Toghe lucane, avviata all’inizio del 2007 dall’allora pm di Catanzaro Luigi de Magistris, archiviando ogni accusa. A chiedere l’archiviazione era stato il pm Vincenzo Capomolla che aveva ereditato l’inchiesta da de Magistris, oggi europarlamentare di Idv, dopo il suo trasferimento da Catanzaro deciso dal Csm. L’opposizione di alcune parti offese aveva portato alla celebrazione di un’udienza preliminare che si è conclusa venerdì scorso. Oggi il deposito della decisione. Non ci sono prove, dunque, per il gup, dell’esistenza di un comitato d’affari che avrebbe agito in Basilicata con la complicità di politici, magistrati, professionisti, imprenditori e rappresentanti delle forze dell’ordine, così come ipotizzato originariamente da de Magistris. Un’inchiesta, quella di Toghe Lucane, nata sull’onda di contrasti nati all’interno del Palazzo di giustizia di Potenza e che avrebbe visto un’associazione per delinquere muoversi intorno alla costruzione del villaggio turistico Marinagri di Policoro (Matera) per intascare contributi comunitari. Per quest’ultima vicenda, tra l’altro, quattro persone erano già state assolte, da un altro gup, nel dicembre 2009. Gli elementi, sottolinea il giudice, «non consentono di sostenere adeguatamente, nei confronti di tutti gli indagati, una fattispecie associativa quale quella ipotizzata, essendo del tutto carente la prova in ordine all’esistenza di un sodalizio». Per il gup, tra l’altro, non sono neanche necessarie ulteriori indagini «vista l’enorme mole di materiale probatorio già acquisito che spazia dall’assunzione di informazioni all’acquisizione di documenti ed intercettazioni». Con la decisione del gup, vedono riconosciuta la giustezza delle loro posizioni politici come il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, e l’ex sottosegretario del governo Prodi e ora senatore del Pd, Filippo Bubbico; magistrati come l’ex pm della Dda di Potenza Felicia Genovese (che per questa vicenda è stata trasferita al Tribunale di Roma) e il marito, Michele Cannizzaro, ex direttore generale dell’ospedale di Potenza; Vincenzo Tufano, all’epoca procuratore generale a Potenza; Gaetano Bonomi, all’epoca pm a Potenza; Giuseppe Chieco, all’epoca procuratore a Matera e Iside Granese, ex presidente del Tribunale di Matera; Emilio Nicola Buccico, ex componente del Csm ed ex sindaco di Matera. L’archiviazione di Toghe Lucane non è stata commentata da de Magistris, che ha declinato le richieste in tal senso. È stata commentata, invece, dall’ex procuratore generale di Potenza, Vincenzo Tufano che «a quelli che hanno provocato questo terremoto e hanno dato dolore alle nostre famiglie e infangato l’onore della Basilicata» ha detto: «vergognatevi dinanzi agli uomini e pentitevi dinanzi a Dio». Il presidente dei deputati del Pdl, Maurizio Gasparri, da parte sua, ha detto che «l’archiviazione dovrebbe causare sentimenti di vergogna per i magistrati che la svolsero e per i giornalisti che pubblicarono articoli pieni di fatti non veritieri. La vicenda non finisce qui».
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