Gli accertamenti dei carabinieri
2 minuti per la letturaAFRICO NUOVO (REGGIO CALABRIA) – I militari della Stazione Carabinieri di Africo Nuovo hanno denunciato alla locale Procura della Repubblica di Locri trenta persone residenti o domiciliate ad Africo Nuovo e ritenute responsabili di falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla identità o su qualità personali proprie o altrui. L’operazione, denominata “Apate”, nella mitologia greca la divinità dell’inganno, è stata avviata e condotta dal gennaio 2020.
Le indagini, di natura prevalentemente tradizionale e documentale, con numerosi servizi di osservazione e controllo, hanno consentito di accertare che gli indagati si sarebbero procurati un ingiusto profitto percependo il ”reddito di cittadinanza”.
In particolare, l’inchiesta dei militari della Stazione di Africo Nuovo ha consentito di accertare che, nel tentativo di indurre in errore l’Inps, queste persone hanno attestato falsamente o omesso dettagli inerenti alla situazione anagrafica, patrimoniale e reddituale propria o del proprio nucleo familiare, così da rientrare nei parametri previsti per l’assegnazione del beneficio.
Nel dettaglio, i militari hanno provveduto prima a reperire, tramite l’Inps, i dati dei soggetti percettori del reddito di cittadinanza, nonché la relativa documentazione allegata. Successivamente, hanno analizzato il materiale acquisito (oltre 50 le domande raccolte), incrociando le informazioni con quelle ottenute dal controllo del territorio e dalle banche dati in uso alle forze di polizia.
I trenta percettori non regolari sono stati denunciati per aver omesso o attestato falsamente i dati. Gli stessi, inoltre, sono stati segnalati all’Inps affinché venga loro sospesa la fruizione del beneficio. L’attività di indagine scaturisce dal monitoraggio di alcuni soggetti sorpresi a dichiarare apertamente, nel paese di Africo Nuovo, la disponibilità del reddito di cittadinanza, nonostante la palese mancanza dei requisiti.
È stato accertato, in particolare, tra i tanti aspetti, che un soggetto non ha dichiarato, entro il termine previsto di trenta giorni, di essere stato sottoposto a misura cautelare; un ulteriore soggetto, già sorvegliato speciale ad Africo Nuovo, ha indicato la residenza presso un comune diverso, al fine di omettere, all’interno della prevista dichiarazione, l’indicazione che entrambi i genitori percepivano la pensione di invalidità e/o vecchiaia; una donna residente ad Africo ha omesso di riferire che il marito, sorvegliato speciale di pubblica sicurezza, era stato recentemente assunto presso un’azienda della zona, in qualità di bracciante agricolo.
I militari hanno stimato che le indennità indebitamente percepite avrebbero comportato un danno erariale pari ad euro 90.240,02.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA