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Ariano – Il virus continua a circolare ad Ariano Irpino, dove ora si pensa che si è corso troppo verso la Fase due senza chiudere la prima. Due mesi per uno screening di massa che solo ora, con l’intervento dell’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno e le processazioni dei tamponi affidate a Biogem sta di fatto emergendo una situazione di contagi preoccupante. Che impensierisce lo stesso Governatore della Campania Vincenzo De Luca, che pure aveva archiviato frettolosamente la vicenda e promosso il lavoro portato avanti dal direttore generale dell’Asl di Avellino Maria Morgante. Nel pomeriggio di ieri, durante la consueta diretta del venerdì, il Governatore ha affrontato anche il caso della Città del Tricolle, di fatto annunciando di aver preso la questione sotto il suo controllo, dopo che già aveva affidato all’istituto presieduto da Antonio Limone il Piano di Sorveglianza su migliaia di arianesi, quello che si attendeva da due mesi e che l’Asl non ha realizzato. «Nel comune di Ariano Irpino stiamo eseguendo migliaia di tamponi. C’è da capire se ci sono residui di vecchi contagi o dei nuovi casi». Così il presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, durante la diretta su Facebook di ieri pomerggio, parlando della situazione del comune irpino. «In queste ore cercheremo di analizzare i 12 casi positivi e ci auguriamo di non dover prendere provvedimenti restrittivi». Ma arriva proprio dal Tricolle la richiesta di trasparenza su quello che sta avvenendo. «Non si tratta di feste e festicciole, se continuano ad esserci casi di contagio è dovuto ad evidenti ritardi nella fase iniziale dell’indagine epidemiologica». L’ex sindaco di Ariano Enrico Franza, colpito duramente dalla notizia dei nuovi dieci contagi di cittadini arianesi, rilancia l’offensiva nei confronti della direzione aziendale dell’Asl e pone degli interrogativi precisi alla direttora Maria Morgante. Lo fa riproponendo anche domande già avanzate nei giorni scorsi da lui stesso, dal magistrato ed ex sindaco Vittorio Melito, dall’avvocato Marcello Luparella, tanto per citare dei nomi. «Quel che è stato richiesto a gran voce dalla popolazione per ben due lunghi mesi – dice ancora Franza – non ci è stato concesso: chiarezza e rassicurazioni. Si affrontino, oggi, gli Arianesi con rispetto, lo stesso da loro dimostrato con grande dignità e compostezza ». Non intende fare sconti Franza e chiede direttamente «Su 10 casi, quanti già ospedalizzati? Su 10 casi, quanti in isolamento domiciliare? Su 10 casi, ci risponderanno forse “casi secondari”? Vorranno spiegarci cosa si intenda per casi secondari?». E conclude sollecitando ancora risposte: «Vogliate risponderci con trasparenza e celerità, perché questa “seconda” fase non sia un copia e incolla della prima». Le domande non sono eccezionali, ma frutto di questa fase che avrebbe dovuto segnare un notevole decremento dei casi e invece, a parte qualche giorno, sporadico, si continuano a contare nuovi contagiati. L’Asl dovrà dare spiegazioni su questo, dovrà pur dire perché tamponi e altri test sono stati effettuati con molto ritardo. E non riguarda solo Ariano, come scriviamo in pagina, anche altri Comuni sono stati colpiti per evidente ritardo nel fare i tamponi. Ma tutto riconduce alla città del Tricolle perché è dall’ospedale Frangipane che arrivano altri casi. Intanto, dal Frangipane arriva un aggiornamento sui pazienti ricoverati n area Covid. Dopo le dimissioni del giorno precedente risultano ricoverate 18 persone, di cui 12 positive e 6 negative. Incalzati da più fronti, in serata dall’Asl è arrivata anche una nota che minimizza sulla natura dei contagi, escludendo che ci possa essere un nuovo «focolaio » attivo nella cittadina del Tricolle. E giustificano così i nuovi casi: « i casi verificatesi nelle ultime ore sono essenzialmente una coda di contatti di casi positivi. Si precisa che tutti i 12 casi comunicati dall’Asl, di cui 10 nel Comune di Ariano Irpino, sono riferibili a soggetti asintomatici.. Sei persone positive ed asintomatiche residenti nel Comune di Ariano Irpino sono da considerarsi contatti di casi positivi. I quattro rimanenti casi asintomatici, sono riconducibili a soggetti impiegati in esercizi commerciali, insistenti sul territorio cittadino, esposti al contagio nella fase precedente alla chiusura della attività produttive. L’Azienda Sanitaria Locale continuerà questa decisa ricerca dei soggetti che, in assenza di sintomi ed in condizioni di apparente buona salute, con la parziale ripresa dei contatti sociali e delle attività produttive e commerciali, possono costituire un’inconsapevole origine e via di trasmissione dell’infezione virale».

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Rosa Curcio

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