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NON una ma due Procure si sono messe a indagare sul disastro nel Metapontino. La prima è quella di Matera che sul tratto di Basentana interessato dal crollo del pilone a seguito della piena, ha disposto un’ordinanza di inalterabilità dei luoghi, con ciò bloccando di fatto qualsiasi intervento di ripristino della strada che collega Potenza a Matera e l’altra è quella di Taranto che, a seguito di un esposto formulato dalle famiglie di Ginosa, gravemente colpite dagli allagamenti di questi giorni, farà le pulci alla manutenzione della diga di San Giugliano e agli interventi sugli argini del fiume Bradano. Dalla più immediata gestione dell’emergenza, la questione ora diventa giudiziaria. La magistratura è a caccia di responsabilità penali di un’alluvione che potrebbe non essere stata causata solo da una tragica fatalità. Per restare alla Basilicata: Matera ha aperto un fascicolo contro ignoti per disastro colposo, il minimo dopo il cedimento del pilone che reggeva il viadotto “Calciano due” della
superstrada. Il crollo, lo ricordiamo, avvenne nella notte fra l’1 e il 2
marzo scorso. Il pilone è sprofondato di circa un metro nel fiume Basento e da allora la circolazione automobilistica è drasticamente interrotta, spezzando d’un colpo solo la Basilicata in due. Già ieri due tecnici incaricati dalla Procura hanno fatto un primo sopralluogo sul tratto di strada danneggiato dal cedimento del pilone. In serata, però, i carabinieri della stazione di Tricarico hanno reso noto che «nei prossimi giorni si renderanno necessarie ulteriori, attente ispezioni e verifiche, anche avvalendosi di professionisti e tecnici specializzati, tramite le quali poter affermare con certezza lo stato dei piloni di sostegno interessati dallo sprofondamento, delle campate e, più in generale, lo stato del viadotto nel suo complesso: ciò si rende imperativo al fine di poter
ripristinare in una cornice di assoluta chiarezza e sicurezza la viabilità sull¹importante arteria stradale». Inoltre, «completata l’opera di deviazione dell¹alveo in un letto artificiale ricreato a qualche decina di metri dalle campate interessate, sarà possibile valutare meglio il reale stato dei piloni interessati dal cedimento. L’area del viadotto, alla luce del probabile e imminente pericolo di crollo, è stata delimitata e resa inaccessibile a chicchessia anche nelle strade poderali sottostanti: ciò si è reso necessario per scongiurare, in caso di collasso, danni a persone e a mezzi». Così il comandante Giuseppe Prudente. Ora spostiamoci in Puglia, dove disastro colposo, inondazione colposa e abuso e omissione di atti d’ufficio, nonché violazione del Testo unico ambientale e della Valutazione gestione dei rischi alluvioni, sono i reati che, a vario titolo, vengono ipotizzati nell’esposto presentato alla procura di Taranto da 80 famiglie di Ginosa Marina, colpite anch’esser dalla stessa alluvione, per la quale hanno dovuto abbandonare le proprie case. Le famiglie chiedono di avviare gli accertamenti nei confronti di: Regione Puglia e Basilicata, Province di Matera e Taranto, Comuni di Bernalda e Marina di Ginosa e della Protezione Civile. Insomma, mica male per le istituzioni lucane che infatti ieri avevano più di un volto tirato durante la conferenza stampa con la quale il presidente De Filippo ha annunciato come ha intenzione di intercedere
presso il governo per intercettare i finanziamenti necessari a superare la
crisi. Punto di partenza: l¹ordinanza del presidente del Consiglio adottata per l¹alluvione del Veneto. Per ottenere uno strumento normativo simile e le relative dotazioni finanziarie si muoveranno congiuntamente la Regione asilicata e i parlamentari tutti eletti nei collegi lucani. Di nuovo, così come per il petrolio, centrodestra e centrosinistra si danno la mano: «Il lavoro istituzionale che il presidente De Filippo sta portando avanti ha il nostro incondizionato sostegno – ha detto senza tanti giri di parole il senatore Cosimo Latronico anche a nome del sottosegretario senatore Guido Viceconte e degli altri parlamentari del Pdl Taddei e Moles – Domani saremo a Roma e chiederemo interlocuzioni col ministro delle Regioni Raffaele Fitto». Allo stato attuale sono già stati impiegati un milione e 800mila euro per la sola emergenza, ma si tratta di somme minimali. In agricoltura i danni già certificati ammontano a 28,5 milioni, ma la conta procede e i tecnici stimano che si assesterà intorno ai 40 milioniè. Le infrastrutture viarie hanno avuto danni al momento stimabili in 50 milioni di euro. Ancora non quantificabili i danni per le imprese.

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