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di PARIDE LEPORACE
Uno squarcio nel buio dei misteri. Il Quotidiano della Basilicata incrociando alcuni documenti è in grado di far conoscere elementi rilevanti che inquadrano la guerra civile a bassa intensità che si è combattuta attorno alle inchieste che riguardano Toghe lucane. Tutto parte da un’intercettazione effettuata dalla squadra mobile di Matera su disposizione della Procura della stessa città nell’ambito dell’inchiesta che deve accertare un presunto complotto nei confronti dell’avvocato Nicola Buccico. Il 15 giugno 2007 un giornalista parla al telefono con uno strano mister X. Sono indicate le generalità di una persona che viene indicata “con ogni verosimiglianza un appartenente alle forze dell’Ordine”.Un’altra specifica del documento azzarda che sia un carabiniere. Ma la persona in questione non fa parte dell’Arma, nostre verifiche assegnano a quel nome un ruolo nella Guardia di Finanza. Un ruolo importante. La telefonata intercettata si svolge a Catanzaro. E’ pomeriggio. Il giornalista informa mister x che a breve “deve incontrare quella PERSONA” e una parentesi tonda con punto interrogativo si chieda se sia De Magistris. Il giornalista domanda al suo interlocutore “se può accennargli di un’indagine che stanno svolgendo in modo che il magistrato di Catanzaro non perda tempo nel raccogliere degli elementi di prova che hanno già raccolto loro”. Mister X a questo punto risponde “che stanno facendo delle indagini riservate e che stanno aspettando ancora alcuni riscontri concreti e inattaccabili e che se vuole ne può fare cenno in considerazione della persona con cui deve parlarne ma suggerisce di aspettare di parlarne con il magistrato in quanto ritiene fondamentali i riscontri che stanno aspettando in modo da fare un’azione comune con altri reparti ed effettuare un lavoro coordinato di direzione delle indagini e che allo stato attuale sono solo nella fase di riscontro diretto e che la faccenda è molto delicata e bisogna essere certi degli elementi in possesso e che successivamente non potendo più di lavorare di iniziativa aspettano una delega da parte di un magistrato e lavorare con il reparto di Catanzaro per proseguire le indagini”. L’allegato 13 della conversazione del 15 giugno 2007 ci testimonia che un giornalista e un appartenente alle forze dell’ordine discutono di strategie e valutazioni su un’inchiesta molto delicata. Chi è quel mister X? Il Quotidiano della Basilicata ha ritrovato quel nome e cognome in un rapporto molto riservato con tipica prosa adoperata da uomini dei servizi segreti. Si tratta di una dettagliata relazione. Un documento che riferisce a qualcuno (chi?), e mette sotto osservazione numerosi personaggi ed esponenti delle forze dell’ordine e della magistratura. Ed ecco svelarsi identità e ruolo dello stesso mister X intercettato dalla polizia di Matera mentre parla con il giornalista. Si tratta di “un sottoufficiale in congedo della Guardia di Finanza, opera in Puglia”. Apprendiamo che ha frequenti contatti con i suoi ex colleghi del secondo reparto. Ai non addetti ai lavori dobbiamo spiegare che il secondo reparto delle Fiamme Gialle e il cosiddetto “Ufficio I” e si occupa di indagini interne al corpo e di questioni internazionale. Mister X è in stretto contatto con un agente dell’Aisi di Bari e con un ex appartenente dell’Ufficio I “età compresa fra i 45-50 anni, alto intorno al metro e settantacinque, capelli brizzolati, normalmente lunghi, fatto assumere al Sismi dietro pressione del generale Pollari”. La nota riservata e anonima indica anche il nome del giornalista intercettato dalla polizia materana e l’analisi di chi osserva (o forse è meglio scrivere spia) è che il mister X “possa avere avuto un canale preferenziale con la magistratura catanzarese”. Il rapporto segnala anche che l’agente in questione si sta occupando “di monitorare una o due persone vicine all’onorevole D’Alema”. Forse oggi l’attuale presidente del Copasir avrà potuto appurare qualcosa in più di questo strano garbuglio.
La parte del rapporto che abbiamo potuto leggere svela anche il presunto contesto di riferimento dell’inquietante vicenda. Si riferisce di un organismo con i caratteri e le connotazioni tipiche di una struttura di intelligence apparentemente non legata ad alcun apparato ufficiale dello Stato. Si tratterebbe di una formazione composta di ex appartenenti alla Guardia di Finanza che avrebbero “contatti non abituali con uomini del Ros”. Luoghi di azione: quelli dove interviene la polizia giudiziaria che indaga sul mondo politico. Schema di gioco: gli ex finanzieri prendono le prime informazioni, poi passerebbero il pallino al Ros che a loro volta interesserebbero “ben selezionati magistrati”. Viene segnalato che il primo livello composto dagli ex finanzieri ha un discreto livello di conoscenza con giornalisti di testate nazionali (ovviamente ne è citato un dovizioso elenco).
Nel rapporto viene indicato anche un ex colonnello della Fiamme gialle coperto con altre funzioni statali a Potenza. Viene citato nome e cognome di questa persona giunto in Basilicata in concomitanza della chiusura del Centro regionale del Sisde. La velina indica ottimi rapporti del colonnello con un parlamentare lucano e frequenti incontri con ufficiali e marescialli dei carabinieri locali che avvengono presso una trattoria di Rifreddo, nell’immediate adiacenze della ex colonia estiva dell’esercito e presso lo svincolo di Tricarico sulla Basentana. Nomi, gradi, circostanze. Ruoli e contatti. Viene anche segnalata una vacanza dell’ex colonnello con un magistrato lucano e uno calabrese e un avvocato di Melfi in un bed e breakfast del Nordest italiano specificando che questa scelta sarebbe stata dettata dal motivo di non presentare documenti alla reception, considerato che parliamo di un appartamento preso in affitto dall’avvocato per coprire i suoi ospiti.
Ma di cosa si sarebbero occupati i due ex graduati in Basilicata? Il mister X intercettato avrebbe gestito i rapporti con alcuni giornalisti che si sono interessati delle inchieste di De Magistris. In particolar modo questi sarebbero stati indirizzati sulla pista dei terreni acquistati in Romania e in Albania e la nota in grassetto sottolineato segnala che “e, ancora, sta cercando, di accreditare l’incontro congiunto Bubbico-Buccico finalizzato ad acconsentire la nascita a Scanzano del sito unico di scorie radioattive”. Con tempo verbale condizionale e secondo quanto riferito da fonte “attendibile e qualificata” non poteva mancare l’agente americano “già segnalato”. Un nota, invece, allerta sul fatto che quando il colonnello Mauro Obinu (all’epoca capo reparto operativo del Sisde e oggi assunto a celebre fama per vicende nazionali palermitane) per tre giorni opera a Matera, mister X si adopera per far pubblicare un criptico articolo sui Servizi. Invece, l’ex colonnello avrebbe avuto un ruolo di primo piano nei conflitti potentini di Toghe lucane tra i diversi magistrati, non mancando di evidenziare il pentimento del detenuto Cappiello.
Uno strano garbuglio. La certezza è l’intercettazione della polizia materana. L’impressione è che l’agente intercettato adoperi un’identità di copertura. La velina ha invece una natura insidiosa come tutte le prose di chi opera in segreto. Pezzi di Stato contro altri pezzi di Stato? In Italia non sarebbe la prima volta. Depistatori che hanno costruito il documento per contrastare la parte avversa? Anche questa non sarebbe una grande novità italiana. Purtroppo non siamo un paese normale. Per questo motivo abbiamo omesso di riportare le identità delle molte persone coinvolte nel poco edificante racconto. Molti fatti e circostanze sono in alcuni casi da noi verificati, altre le abbiamo ritenute verosimili. Continueremo ad adaporarci per sbrogliare la velenosa matassa. Perché l’opinione pubblica possa conoscere quello che è accaduto nei sottani e nei retrobottega del potere costituito.

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