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di ANDREA QUATTRONE
Parlare di turismo in Calabria nel mese di febbraio non si può, si deve. Anzi se ne deve parlare tutto l’anno, deve essere un argomento oggetto di attenzione di tutti i settori economici, sociali e culturali se il governo della cosa pubblica regionale ne fa un punto di riferimento della propria politica. Soprattutto dopo quanto è emerso alla conclusione della Borsa del Turismo di Milano, e cioè il calo del 3% dell’afflusso turistico nel 2010, un trend negativo che si protrae dal 2008. Il presidente Scopelliti è sembrato averne preso coscienza quando ha dichiarato nell’aprile dell’anno scorso, in un incontro con il settore terziario, che “il nodo fondamentale sono le infrastrutture” mentre Napoleone Guido, presidente regionale di Confcommercio, da parte sua ha affermato che “le banche costringono molte imprese a suicidarsi” . La concertazione tra governo regionale e imprese è necessaria e lo è anche molto quella con gli Enti istituzionali: province. parchi, comuni. Ecco, proprio oggi, a un anno di distanza, leggiamo la protesta del Comitato Nausicaa di Reggio Calabria: “.per rimanere nel cuore di tutti i turisti che atterrano al Tito Minniti, gli si provoca una specie di elettroshock a causa delle innumerevoli e soprattutto inevitabili buche disseminate su tutta l’arteria stradale che porta verso il cuore della città.”, e la segnalazione che sulla stessa arteria penzola una cabina dell’Enel al servizio di un gran numero di abitazioni ed attività commerciali”. Che le casse comunali siano in crisi, e quella di Reggio Calabria di cui è stato sindaco il presidente Scopelliti in grave deficit, è risaputo. Ma si può attirare il turismo proprio con simili carenze infrastrutturali che, peraltro, non mancano in tutte le strade di ogni città e paese della nostra regione unitamente alla raccolta differenziata dei rifiuti, alla pulizia delle fiumare, agli impianti fognari e dell’acqua reflua, al funzionamento dei depuratori? E’ il meno che si possa dire! Ma com’è collegata la Calabria con l’esterno, “l’altro mondo” del Paese? Con quali tempi si raggiungono le mete dove si governa istituzionalmente ed economicamente l’Italia (Roma e Milano, per esempio) o si circola nella stessa regione, compito del governo regionale? Può Trenitalia, che è una Società per Azioni a capitale pubblico nelle mani del Ministero dell’Economia, mantenere fermo il concetto dello scarso profitto nel Sud e affondare il coltello nella piaga del dualismo economico visto che i soldi con i quali viene gestita o vengono coperte le perdite sono anche i nostri? C’è questo argomento nel Piano per il Sud che entro aprile dovrebbe presentare il ministro delle Regioni? La Calabria ha oggi due ottimi scali aeroportuali che possono aiutare tanto il turismo, ma come vengono gestiti? Ha in Gioia Tauro un porto che era tra i primi del Mediterraneo e i calabresi stiamo permettendo (in primis i governi calabresi, compreso l’attuale) che la concorrenza ci sottragga questa risorsa importantissima? Tanto di ciò che era stato promesso, come il collegamento del porto con la ferrovia per il trasporto dei containers e la detassazione degli approdi, ci è stato negato. Quale e quant’è la dotazione di beni culturali e paesaggistici della regione? E’ tanta, davvero tanta. Maltenuta, declassata o abbandonata. Il Teatro Greco di Locri è coperto di sterpaglie e prima o poi potrebbero costruirci sopra qualcosa: Locri è una delle città della Magna Grecia governata oggi dal nobile Francesco Macrì. Un discorso a parte meritano l’agricoltura e l’artigianato calabrese. La frutta, la verdura, i nostri ortaggi sono importanti perché i turisti vogliono mangiar bene che vuol dire anche locale. La Calabria ha una buona cucina e degli ottimi chef, ma all’agricoltura ci pensa poco perché è un settore che non rende se non con le prebende europee, quindi meglio non occuparsene. Sbagliato, per l’interesse collettivo della regione. Citiamo, per l’artigianato, soltanto la fine capacità nella lavorazione orafa a Crotone e nel Cosentino, sulla quale la politica e la Confindustria devono e possono puntare a livello internazionale. Il governo nazionale ha pensato per noi, grazie a quella grande mente di Tremonti. alla Banca per il Mezzogiorno. La Calabria ha poche banche? Ne ha tante che potrebbero essere convogliate anche verso impieghi produttivi facilitati dall’aiuto governativo. Ma se mettiamo una Banca direttamente nelle mani dei governi non faremo altro che dissipare denaro ingannando i meridionali. La leva finanziaria è indispensabile per sanare le anomalie e arrivare a un “sistema turismo” come fattore importante di crescita, ma mai da solo. Bisogna cercare spazio nell’innovazione: in campo medico, nella nanotecnologia e nel sistema delle comunicazioni. Aspettiamo di vedere quanto dalle parole del presidente Scopelliti si tradurrà in realizzazioni. Certo per ottenere risultati lo spoils system (in napoletano: spogliateve vuje e vestiteme a me) non è un’indicazione incoraggiante. Lo sarebbe di più l’apertura ai partiti, ai movimenti, alla popolazione unita nel perseguire intenti e conquiste migliori che in un passato e in un presente fatto di raggiri e di sangue innocente o meno come problema istituzionale.

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