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MELFI – Il 14 marzo prossimo entrerà in vigore nello stabilimento di Melfi della Fiat il sistema ergonomico di lavoro ‘Ergo-Uas’, che sostituisce l’attuale metodo Tmc2, e che «modifica le pause, che dalle attuali due di 20 minuti l¹una, diventeranno tre di dieci minuti ciascuna».
Lo ha annunciato ieri, a Melfi, la direzione aziendale della Fiat-Sata, nel corso di un incontro con la Rsu. La Fiom-Cgil Basilicata ha definito «inaccettabile il comportamento dell¹azienda, che ha deciso unilateralmente, rigettando le proposte sindacali, di aumentare i ritmi di lavoro». Anche la Rsu Uilm dello stabilimento, ha espresso “disappunto per la decisione unilaterale di introdurre un nuovo sistema di organizzazione del lavoro”. Secondo la Uilm «è necessario che la Regione Basilicata si metta alla testa di un’iniziativa istituzionale, che coinvolga le altre regioni interessate». «Assunzione di responsabilità e realismo ­ ha commentato il segretario della Basilicata della Fismic, Marco Roselli ­ sono in questo momento
necessari rispetto al progetto Fabbrica Italia della Fiat, che porterà in futuro nuova occupazione e lavoro», mentre per il segretario della Basilicata dell¹Ugl, Giuseppe Giordano «non si deve modificare nessun sistema lavorativo, fin quando non ci sarà condivisione unitaria». La Rsu si riunirà il 5 marzo prossimo, e nei giorni successivi saranno organizzate le assemblee dei lavoratori
Nel corso dell¹incontro la Fiom-Cgil ha ribadito le proposte avanzate negli incontri precedenti per migliorare le condizioni di lavoro senza tagliare le pause, portando degli aggiustamenti al sistema Ergo-uas proposto dalla Fiat.
Non solo. La delegazione della Fiom, forte delle 2.984 firme raccolte tra i lavoratori, ha chiesto alla direzione della Sata di aprire la discussione sul Piano industriale, sugli investimenti, l’occupazione e i modelli da produrre nello stabilimento di San Nicola di Melfi. La direzione Sata unilateralmente ha deciso che dal prossimo 14 marzo partirà l’Ergo-uas su tutte le lavorazioni dello stabilimento con il taglio delle pause di 10 minuti e l’aumento dei ritmi di lavoro. Una decisione «inaccettabile» per la Fiom che ha chiesto di convocare «le assemblee di fabbrica» prima dell¹entrata in vigore del nuovo modello lavorativo in modo da decidere «le azioni da mettere in campo per far
cambiare posizione alla Fiat». Il nuovo modello è stato contestato anche dalle Rsu della Uilm per le quali «si è persa l’opportunità per avviare un confronto che punti al rafforzamento di nuove e più avanzate relazioni sindacali».
In realtà «solo un accordo che miri a potenziare il polo dell’auto lucano può garantire qualità del prodotto e livelli di produzione adeguati».
Tradotto: oltre alla Grande Punto a Melfi si dovrebbe produrre anche l’Alfa Mito, modello più compatibile con la tipologia dello stabilimento lucano».
Melfi «deve diventare il luogo di sperimentazione delle nuove tecnologie eco-compatibili anche per ridare un ruolo strategico all’indotto Acm all’interno del triangolo produttivo Pomigliano – Cassino – Melfi. (Campus tecnologico)».
La Uilm ritiene opportuno che «la Regione Basilicata, si metta alla testa di una iniziativa istituzionale, che coinvolga le altre regioni interessate (Lazio ed Abruzzo), per affermare con maggior forza le specifiche esigenze territoriali e accompagnare le legittime rivendicazioni sindacali».
Per il segretario regionale dell’Ugl Basilicata metalmeccanici ,Giuseppe Giordano e per il segretario provinciale di Potenza della federazione, Donato Russo, «nel contesto generale della discussione sul sistema Ergo Uas avvenuto in Sata ,analizzando il contenuto del lavoro ed il cosiddetto carico biomeccanico legato alle posture ed alle frequenze dei movimenti, ritengono che sia giusto capire unitariamente ,come già è stato concordato per il giorno 5 marzo con tutte le segreterie regionali, come proseguire con azioni comuni affinché, considerato il nostro rigetto ad applicare tale metodologia che Sata ritiene già
operativa dal 14 marzo, ai vertici Fiat si facciano rispettare gli impegni per l’investimento se previsto per il sito industriale della Sata di Melfi».

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