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CATANZARO – Dividere la Calabria in due da un grande canale navigabile tra Lamezia Terme e Squillace per evitare alla grandi e piccole navi il periplo della Calabria dallo Stretto di Messina o dal Canale di Sicilia. L’idea di questa opera utopistica è stata illustrata nei giorni scorsi al presidente della Regione Mario Oliverio e nei prossimi giorni sarà presentata dal ministro Graziano Delrio, dal presidente del comitato promotore l’avvocato Domenico Pio Riitano. L’idea suggestiva ma nella pratica difficilmente realizzabile, soprattutto per l’impatto ambientale e la sostenibilità economica.
Il comitato nell’idea progettuale ha pensato a tutto, dal nome “Canale dei Due Mari” e alle risorse tra i 6,5 e i 9 miliardi di euro. «L’entità dell’investimento dipende dalle opere a corredo» – spiega l’avvocato al Quotidiano perchè dai due lati dell’imbocco del canale di prevede la costruzione di due città (anche queste hanno un nome) Neotalossopolis, (la Nuova città del Mare) e Neoeliopolis (La nuova città del Sole) in onore di Tommaso Campanella per ospitare quei calabresi che volessero fare ritorno nella terra d’origine. Previsti grattacieli, campo da golf, pannelli solari alle pareti di contenimento del canale. Un’opera da grande impero simile al Canale di Suez.
«L’idea non è nuova», svela l’avvocato Riitano, già nel 1887 c’è traccia nel Bollettino dell’ordine degli ingegneri e architetti di Napoli e nel 1936 anche il Regime Fascista lo aveva preso in considerazione.» Ma dove sta l’utilità di un’opera del genere? Il presidente del comitato fa riferimento alle rotte Genova-Trieste delle nave cargo o da crociera che risparmierebbero dalle 13 alle 16 ore di navigazione.
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