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Il leader di Italia del Valori, Antonio Di Pietro, ha partecipato oggi a Reggio Calabria ad un convegno sui 150 anni dell’Unità d’Italia, incontrando anche un gruppo di studenti del Convitto «Campanella»: «Grido Viva l’Italia e idealmente tendo la mano perchè voglio festeggiare con tutti, maggioranza e opposizione, ma soprattutto con i cittadini. Su questo argomento non avverto motivi di divisione con nessuno». «I 150 anni vanno celebrati – ha aggiunto Di Pietro – specialmente con gli studenti, come sto facendo io stamattina. E’ bene rappresentare l’Italia in modo unitario, soprattutto per rispetto di quelli che hanno dato la vita per portarci alle condizioni in cui siamo oggi».
Il Mezzogiorno, l’immunità parlamentare, i problemi del Sud e il caso Ruby-Berlusconi; questi gli argomenti sui quali è intervenuto Di Pietro: «Il Mezzogiorno è sempre più abbandonato perchè il Parlamento si sta occupando d’altro». Questa è stata la risposta di Di Pietro ad una domanda sul viaggio in treno nel sud di mercoledì scorso del Ministro dell’Economia, Tremonti, insieme ai segretari di Cisl e Uil, Bonanni ed Angeletti. «L’Italia dei Valori – ha aggiunto – s’impegnerà al massimo affinchè ci sia un rinnovato interesse verso il Mezzogiorno, che sia concreto e di tutte le forze politiche ed istituzionali. Nel periodo in cui sono stato ministro io ho cercato di rilanciare le infrastrutture nel Mezzogiorno, e soprattutto in Calabria. Mi auguro che si torni a quello spirito di dialogo fra le istituzioni e le forze politiche che può portare alla risoluzione infrastrutturale di questa regione e di tutto il Mezzogiorno, che rappresenta uno dei ‘nodì principali per rilanciare lo sviluppo».
Una battuta anche sulla situazione che vede nell’occhio del ciclone il presidente del Consiglio, che secondo Di Pietro, starebbe criminalizzando la magistratura : «Il golpe lo sta portando avanti Berlusconi come Presidente del Consiglio, nel momento in cui criminalizza la Corte Costituzionale, mortifica la magistratura, ridicolizza il presidente della Repubblica. Un comportamento che umilia il Parlamento che è costretto a votare, da ultimo, una risoluzione che dice che lui è intervenuto presso la questura di Milano per tutelare il buon nome della nipote di Mubarak. Una realtà sconfessata dall’evidenza, ma in Parlamento affermata da una deliberazione votata da una maggioranza asservita, ricattata, comprata».
Sollecitato dai cronisti sull’intervento di Giuliano Ferrara ieri sera al Tg1 e, soprattutto sul conflitto di interessi che viene contestato a Berlusconi, ha commentato: «Il conflitto di interessi in cui versa Berlusconi non è solo giudiziario, ma anche sul piano dell’informazione, imprenditoriale, sul piano della comunicazione. Un conflitto di interessi etico, nel senso che egli, il Presidente del Consiglio, ha fatto perdere credibilità alle istituzioni: sia a quelle che rappresenta, sia a quelle che dovrebbero controllarlo. Mi riferisco soprattutto al Parlamento, asservito sempre di più a reggere la cosa a questi suoi interessi per continuare a fare leggi che gli servono per sfuggire alla giustizia».
«Riproporre oggi l’immunità parlamentare, o meglio l’articolo 68 della Costituzione, e quindi la richiesta di autorizzazione a procedere per mettere sotto indagine un parlamentare, non sarebbe solo un abuso. Sarebbe una cosa ridicola, da un parte, e drammatica, dall’altra».
«Ridicola – ha aggiunto il leader di Idv – perchè non avrebbe senso, in una realtà in cui la politica non ha alcuna credibilità, nascondersi dietro il dito dell’immunità parlamentare. Drammatica perchè finirebbe per mandare in Parlamento i peggiori criminali e già ce ne sono parecchi. Il Parlamento in questo momento è il complesso di persone riunite che ha la più alta percentuale di criminalità presente nel territorio». Secondo Di Pietro, «l’immunità parlamentare era stata ideata dai nostri padri costituenti per un fine nobile, ma se n’è fatto un uso ignobile. Tanto è vero che l’inchiesta Mani pulite ne ha evidenziato i limiti e le speculazioni».

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