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Seconda giornata di lavori dei presidenti delle Regioni d’Italia, chiamati ad una tre giorni per decidere il riparto del fondo sanitario 2011 che ammonta a 106,4 miliardi di euro. I governatori hanno chiesto che l’incontro fosse «riservato», ovvero senza tecnici, probabilmente per cercare di trovare un’intesa di tipo politico. Dall’incontro è emerso chiaramente che «Tutta la sanità è in forte difficoltà: basti pensare che quest’anno l’aumento del Fondo sanitario, rispetto all’anno scorso, è solo dello 0,8% mentre i costi della sanità viaggiano intorno al 4-5%». A spiegarlo è stato l’assessore al Bilancio della Regione Marche, Pietri Marcolini, a margine dei lavori della Conferenza delle Regioni dedicata al riparto del Fondo sanitario 2011. Le Marche, ha detto l’assessore, hanno avanzato una proposta di riparto ‘medianà che tenga conto del riparto del ministero della Salute e degli indici di deprivazione che chiede di introdurre la Regione Calabria e alcune Regioni del Mezzogiorno.
«La deprivazione però – ha osservato l’assessore – è un concetto che va precisato, magari introducendo anche i fattori di inquinamento ambientale. Noi inoltre proponiamo di distinguere, all’interno della popolazione anziana, tra coloro che hanno fino a 65 anni e chi ne ha di più: un conto infatti è un sessantacinquenne, un conto sono i bisogni di salute di un ottantenne». La proposta di riparto avanzata alle Regioni dal ministero della Salute, a quanto si è appreso, attribuirebbe il 60% delle risorse aggiuntive di quest’anno (pari a 834 milioni) a sole tre Regioni: Veneto, Lazio e Lombardia.
Nel corso del dibattito dunque, sono state avanzate due proposte sul riparto del fondo sanità: da una parte la proposta del Veneto, che riprende quella del ministero della Salute, dall’altra quella della regione Calabria, che prende in considerazione tra gli altri l’indice di deprivazione socio-economica ha il sostegno di altre otto regioni, prevalentemente del Sud (Sicilia, Campania, Liguria, Basilicata, Sardegna, Molise, Puglia e Marche).
«E’ chiaro che si tratta di due proposte totalmente distanti – ha sottolineato il presidente della regione Calabria, Giuseppe Scopelliti (in foto) – Bisogna trovare una sintesi e questo è stato lo sforzo annunciato dal presidente Errani. La mia preoccupazione – ha aggiunto – è che ci sia chi non vuole arrivare a una scelta unitaria e che preferisce la proposta fatta dal ministero. Se accadesse questo, non si andrebbe più a una conferenza delle regioni con un clima agevole, dove concertare di comune accordo tante scelte importanti per il paese. Questa per noi, lo abbiamo sempre detto, è una battaglia fondamentale e – ha concluso – non faremo un passo indietro».
La deprivazione, ha fatto eco l’assessore alla Sanità della regione Sicilia, Massimo Russo, «è un criterio di equità che le regioni del sud intendono tutelare. La Sicilia – ha assicurato – non cederà». L’assessore al Bilancio della regione Calabria, Giacomo Mancini, ha auspicato che «il fronte delle regioni che sostengono la proposta della regione Calabria possa allargarsi ancora di più. Le mediazioni proposte sono tutt’altro che condivisibili – ha sottolineato – al momento siamo in un’impasse e speriamo si trovi una soluzione che non incida negativamente». Il presidente della regione Abruzzo, Gianni Chiodi, condivide da parte sua il criterio della deprivazione socio-economica che tuttavia ritiene debba avere «un peso limitato altrimenti provocherebbe un effetto distorsivo».
Chiodi ritiene infatti che a questo indice «vadano affiancati altri fattori perchè la deprivazione è un principio che va ancora approfondito». Il presidente della regione Abruzzo ha infine auspicato che la mobilità sanitaria indotta dal terremoto venga tenuta in considerazione nel dibattito sul riparto.
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