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di ORAZIO MAINIERI*
AL FINE di dare una corretta informazione sul convegno del 4 febbraio scorso promosso dal consigliere regionale dell’Api Alessandro Singetta, ritengo giusto che venga dato rilievo anche al punto di vista del nostro movimento ambientalista. Mi è sembrato grave che organizzazioni contro il ritorno al nucleare scrivano ai giornali con tono quasi intimidatorio usando una terminologia da anni ’80, vecchia maniera, alterando per lo più la realtà in cui si è svolto tale evento e ignorando la partecipazione di Fareambiente, movimento ecologista europeo, riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente. A me non è sembrato un convegno pro-nucleare dato che i primi interventi politici sono stati all’insegna dell’antinuclearismo. Certo dopo c’è stato un riequilibrio con altri interventi pro (il mio per primo) e contro, per cui si può concludere che il convegno è stato molto equilibrato. Il pubblico ha applaudito tutti i relatori con grande senso civico e rispetto verso persone che hanno fatto centinaia di chilometri per partecipare, anche a spese proprie, in particolare chi scrive, visto che appartiene ad una organizzazione ambientalista senza fini di lucro. In più ho rilevato che alla fine Lei ha deciso di non fare deduzioni personali, giustamente, lasciando al pubblico di trarne le conclusioni. Resto stupito da come alcune strane organizzazioni espongano conclusioni assolutamente inventate. Anzitutto quando si parla di lobby nucleare. Ma quale lobby? In Italia dopo un quarto di secolo di chiusura del nucleare, unico paese del G8, e unico paese europeo ad avere il più alto costo del kWh, di nucleare è rimasto ben poco. Infatti quello che è rimasto lo troviamo in Ansaldo Nucleare che lavora però all’estero; qualcosa di ricerca in Enea e poi qualche circolo “culturale” come l’Ain. L’Enel ha ripreso con il nucleare, ma all’estero. Penso che l’Enel farebbe a meno del nucleare in Italia, causa elevati investimenti richiesti. Penso che all’Enel, come all’Edison ed altre società farebbe comodo continuare a costruire centrali a ciclo combinato a gas che costano il 25%, rispetto ad una equivalente nucleare, dando guadagni in breve tempo. Certo il costo del kWh sarebbe maggiore, ma verrebbe scaricato sull’utente e l’azienda incasserebbe subito. Domanda. Perché allora l’Enel dice che vuole gli impianti nucleari? Risposta. E’ il Governo che cerca di abbassare il costo del kWh con il nucleare ed è il governo che tramite il Ministero del Tesoro è azionista di maggioranza dell’Enel. Tutto chiaro? Perciò la politica governativa “guarda” ai tempi lunghi; l’Amministratore Delegato dell’Azienda, “guarda” ai bilanci annuali, che a mio avviso, contrastano con il nucleare. Perciò, nelle parole del Presidente della Regione, che esprimeva alcune perplessità sull’attuazione del programma nucleare italiano, c’è qualcosa di vero. Però non corrisponde a vero quando si dice che il nucleare attingerebbe a soldi pubblici. Tutti gli impianti nucleari vengono pagati dalle società con soldi propri e con soldi prestati dalle banche, o dati da società consumatrici di energia elettrica che comprano questa “sulla carta” a prezzi scontati, come si fa per gli appartamenti. Al momento casomai saranno le fonti rinnovabili ad attingere a soldi pubblici fornendo poca energia elettrica. Voglio concludere ricordando che tutto il processo di produzione di energia elettrica da nucleare avviene in ambito confinato (compresa la gestione dei rifiuti radioattivi) senza scarichi in atmosfera e interazioni con l’ambiente circostante. Per questo motivo noi di Fareambiente abbiamo pensato che l’uso della fonte nucleare per la produzione dell’energia elettrica è fondamentale per sostituire le inquinanti centrali a petrolio, e per lasciare ai nostri figli e nipoti una tecnologia valida di sviluppo anche quando saranno esauriti i combustibili fossili. Si tratta di salvaguardare l’ambiente, ma anche di essere realisti. * Commissione Energia FareAmbiente
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