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AL VIA da ieri, nei pressi del Centro Residenziale dell’Università della Calabria, la tradizionale Festa dei Popoli, momento di aggregazione e di condivisione per le diverse etnie presenti nella città universitaria. Promotore dell’iniziativa Marcello Fiore, responsabile socialità e tempo libero del centro, da sempre vicino agli studenti e loro sostenitore.
La manifestazione nasce intorno agli anni ‘80, promossa dall’associazione Arci, sotto il nome di Luigi Commiso, ragazzo scomparso prematuramente, da sempre attento alle esigenze dei giovani studenti stranieri. Anche un omaggio dunque, il significato che Marcello Fiore vuole dare a questa Festa, oltre alla coesione tra gli studenti provenienti da tutte le parti del mondo. L’Università della Calabria infatti, ospita circa 700 studenti internazionali provenienti da 61 nazioni diverse. E quale modo migliore per festeggiarli, se non in occasione del trentasettesimo compleanno del Centro Residenziale che li ospita. Tutti i ragazzi dei diversi gruppi etnici hanno aderito all’evento, impegnandosi attivamente nell’organizzazione, anche grazie al supporto di Maurizio e Valentina. La festa ha avuto inizio lo scorso giovedì con un torneo di calcetto al quale hanno partecipato le squadre studentesche, ma proprio a dimostrazione che tra le varie popolazioni presenti all’Unical non esistono i più o i meno forti, il torneo si è concluso in perfetta parità. Ieri invece, i festeggiamenti sono entrati nel vivo con l’allestimento di stand a tema.
Gli studenti di ogni parte del mondo hanno messo a disposizione oggetti, ricordi, fotografie riguardanti i rispettivi Paesi. Presente anche la musica con qualcuno che in serata ha dato vita a dei veri e propri show
Anche l’arte culinaria non è mancata. In ogni postazione infatti, si potevano degustare piatti tipici, realizzati dai ragazzi stessi, grazie a La Cascina ristorazione, che ha fornito gratuitamente tutti gli ingredienti per la preparazione. In serata, canti e balli dal mondo.
I ragazzi si dicono affascinati e molto contenti di questa iniziativa che vedono come opportunità per far conoscere le proprie origini alla città che li ospita. Un esempio è Santiago Duarte, paraguaiano che ha definito la festa “espressione dei popoli”. «Tutti noi abbiamo origini diverse ma con un qualcosa che ci accomuna – ha poi continuato – quindi è bello mettere in mostra la propria identità e trovare un punto di incontro».
Fajar Apria Utama, giovane regista indonesiano, ci ha raccontato di due suoi connazionali studenti dell’Unical che, diventati genitori, hanno chiamato i propri figli Rende e Cosentino a dimostrazione che l’Università della Calabria lascia un segno indelebile nel cuore di questi giovani. Fajar, che a breve diventerà padre, farà nascere suo figlio proprio qui a Cosenza, ma non ci ha ancora svelato il nome del nascituro. Alla domanda «cosa ti mancherà di più quando ritornerai in Indonesia?» ha risposto: «L’atmosfera di armonia che si respira».
Anche Cataldo Russo, studente dell’Università della Calabria, afferma di avere molti amici stranieri, per lo più arabi, che studiano con lui e con i quali ha instaurato un bel rapporto di fratellanza. «L’augurio è quello di poter continuare questa amicizia anche alla fine del percorso universitario – dice Cataldo – e in attesa di visitare il loro Paese, approfitto di questa magnifica iniziativa».
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