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Il decreto sul federalismo municipale “va bene laddove introduce strumenti che meglio garantiscono i 12,5 miliardi di euro per il comparto degli enti locali. Ma non c’è federalismo se restano i nodi dei fabbisogni standard, della perequazione verticale ed infrastrutturale, dell’autonomia gestionale e fiscale e soprattutto della ripartizione delle risorse”.

Lo ribadisce al sito dell’Anci Vito Santarsiero (in foto), presidente di Anci Basilicata e responsabile politiche per il Mezzogiorno Anci, commentando le anticipazioni sul decreto che il 26 gennaio prossimo approderà alla commissione bicamerale per l’attuazione del federalismo fiscale.

Secondo Santarsiero, “è impensabile che senza un processo di vero federalismo si possa immaginare di cambiare il sistema di finanziamento dei Comuni, senza peraltro garantire una equa ripartizione di risorse rispetto al passato”.

Il vero problema è che “dal prossimo anno i trasferimenti statali lasceranno spazio ad una incerta ed approssimata forma di fiscalità locale ancorata agli immobili, che finirà per creare notevoli squilibri tra i Comuni danneggiando molto il Mezzogiorno”, rileva Santarsiero. In pratica lo Stato si “limiterà a garantire i 12,5 miliardi di euro per l’intero comparto, senza curarsi se poi arrivano 100 milioni di euro in piu’ a Milano e 30 milioni di euro in meno a Potenza”.

In questo quadro va anche bene la possibilità di manovrare le addizionali Irpef ma “non dobbiamo perdere di vista che tutto ci è funzionale ad un percorso che nulla ha a che vedere con il federalismo, e che deve garantire una equa ripartizione delle risorse”, conclude il presidente dell’Anci Basilicata.

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