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Ieri è stato eseguito l’esame autoptico sul corpicino del bimbo nato morto alla clinica Madonnina di Cosenza, dopo un parto cesareo d’urgenza. L’esito però si conoscerà entro 90 giorni. Il pm Giuseppe Casciaro sulla vicenda ha aperto un fascicolo a seguito della denuncia presentata in Procura dagli avvocati Francesco Santelli e Rachele Posteraro, del Foro di Cosenza, nominati dai genitori del piccolo, una giovane coppia di Cosenza.
Tre invece le persone indagate: due ginecologi Carmelo Monterossi (difeso dall’avvocato Emilio Greco) e Raffaele Misasi (difeso dal legale Rossana Cribari) e l’ostetrica Antonietta Oliva. L’ipotesi di reato iscritta, per ora, nel registro degli indagati è quella relativa all’articolo 17 della legge 194 del 1978 (Chiunque cagiona ad una donna per colpa l’interruzione della gravidanza è punito con la reclusione da tre mesi a due anni).
Era stato il marito della giovane donna a denunciare i fatti alle forze dell’ordine, chiedendo di fare chiarezza sulle reali cause del decesso. Nell’immediatezza si è pensato ad un distacco della placenta, ma saranno i risultati dell’autopsia a fugare i dubbi. Mentre già lo scorso 30 dicembre sono state sequestrate le cartelle cliniche.
Franco Maria De Rose, commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, ha proceduto alla costituzione di una commissione composta da esperti sanitari con il compito di ricostruire i fatti e accertare eventuali responsabilità, che, dopo aver esaminato gli atti, procederà a stilare un’apposita relazione tecnica, illustrativa e descrittiva dell’evento.

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