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Scalea vince e festeggia, ma la sua coppa fa scoppiare la polemica. Dopo il black out di Rende, a Lamezia l’impianto d’illuminazione funziona regolarmente, ma stavolta il buio cala solo sul Soverato e sul fair play, col polemico ritiro negli spogliatoi da parte di tecnico e squadra, rifiutando il saluto degli avversari e di prendere parte alla premiazione.
Il Soverato non ha certo fatto una gran bella figura davanti ai massimi organi sportivi regionali ed ai tanti addetti ai lavori, che attoniti hanno assistito ad un fatto incomprensibile.
Una macchia, insomma, per Galati, la squadra e, soprattutto la società (e per la cronaca la terna non ha in alcuna maniera inciso sul risultato finale).
Relativamente alla gara comunque, la vittoria è arrivata per lo Scalea nell’unico tiro in porta della gara, tiro tra l’altro sporcato da una palese deviazione, dopo un avvio show del Soverato. Sul campo, insomma, il 4-2-3-1 di Galati (pesantissima comunque l’assenza di Eseola) aveva bene iniziato e lo Scalea era rimasto a guardare.
Quindi, la prima volta che i biancostellati hanno messo fuori il muso dalla metà campo, ecco nell’unico tiro in porta, il gol che ha deciso la sfida: gran conclusione dalla distanza di sinistro di Vitale e decisiva deviazione di Coluccio che ha ingannato Lombardo. Una volta in vantaggio, lo Scalea ha concesso poco. Il match è così scivolato via senza grosse emozioni fino al triplice fischio finale, quando da un lato vi è stata la giustificata e comprensibile festa per la prima vittoria nella manifestazione e dall’altro un l’abbandono del campo di un Soverato che, a livello di immagine, ha perso molto di più che una semplice finale di coppa.
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