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Dopo un 2009 in cui la modesta apertura internazionale dell’economia lucana l’aveva messa parzialmente al riparo dagli effetti della contrazione del commercio mondiale innescata dall’attuale fase recessiva, nei primi sei mesi del 2010, il sistema produttivo della Basilicata, strutturalmente dipendente dalla domanda di consumo delle altre regioni italiane, ha subito la fase più difficile, sotto il profilo degli assetti produttivi e finanziari, e dei conseguenti risultati occupazionali.
Particolarmente colpita è stata l’industria manifatturiera, a causa della sua maggiore apertura internazionale, ma anche l’agricoltura ha segnalato risultati deludenti, ed il terziario, specie a partire dalla fine del 2009, non ha più potuto esercitare il suo tradizionale ruolo di cuscinetto occupazionale in grado di compensare in parte le perdite occupazionali degli altri settori. Viceversa, il settore delle costruzioni ha segnalato una migliore tenuta produttiva ed occupazionale complessiva, ed il turismo, nonostante il calo della domanda turistica nazionale, ha continuato ad esprimere valori di crescita positivi.
A partire dalla fine del secondo trimestre 2010, e in misura più accentuata nel terzo trimestre, l’economia regionale ha iniziato, sia pur con qualche mese di ritardo rispetto al resto del Paese, a manifestare chiari segnali di ripresa, alimentati anche da un ammorbidimento dell’accesso al credito bancario, in special modo di quello destinato alle imprese. Vi sono segnali di una ripresa del flusso degli investimenti, tramite un aumento della domanda di credito bancario delle imprese, della fine della caduta dei livelli produttivi (segnalata da una riduzione del ricorso alla CIG, specie alla componente straordinaria, legata alle crisi aziendali strutturali), di una possibile ripresa dei consumi delle famiglie regionali (anticipata da un incremento occupazionale nel settore del commercio), e di un graduale miglioramento del clima di fiducia delle imprese lucane. Naturalmente, scontando i fisiologici effetti di isteresi che caratterizzano il mercato del lavoro, ed i forti contraccolpi della recessione sugli assetti finanziari delle imprese, tale ripresa non dovrebbe, per il momento, riassorbire la perdita occupazionale generata dalla recessione. Tale obiettivo sarà raggiungibile nel medio termine, sempreché la domanda per consumi a livello nazionale, cui è fortemente legata la dinamica del Pil della Basilicata, si attesti su valori crescenti in forma stabile nei prossimi mesi.
Nonostante le rilevanti difficoltà del ciclo economico in questi ultimi due anni, gli assetti sociali della regione sembrano aver manifestato una buona tenuta e non hanno evidenziato fenomeni rilevanti di allentamento della coesione sociale che tradizionalmente caratterizza la Basilicata.
Le dinamiche demografiche sono strutturalmente influenzate dal saldo naturale, anche da molto prima dell’attuale fase di recessione economica, mentre il saldo migratorio è sempre meno rilevante e, nel primo semestre 2010, è stato anche positivo, a causa del ritorno in regione di lavoratori precedentemente migrati che hanno perso il posto di lavoro, ma anche ad un crescente flusso di immigrati extracomunitari. I dati di reddito e patrimoniali delle famiglie lucane sono ancora migliori rispetto alla media del Mezzogiorno, grazie anche a un mercato del lavoro che, nonostante la recessione, gode di fondamentali migliori rispetto al resto del Meridione. I fenomeni di devianza sociale sono ancora molto contenuti, mentre la qualità della vita, specie negli ambiti urbani della regione, manifesta alcuni segnali di miglioramento relativo, rispetto alle altre realtà del Sud.
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