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“Prima che vengano discusse le strategie del successivo ciclo di programmazione del FSE (Fondo Sociale Europeo) che partirà dal 2014, per il quale il Dipartimento F.P. ha scomodato persino illustri esperti internazionali, ci interessa verificare che cosa hanno prodotto, in termini di nuovi posti di lavoro, le attività e la spesa sinora realizzate con le ultime annualità del FSE. Dall’ennesimo incontro di Matera, invece, è venuta l’ennesima lezione teorica su cosa dovrebbero fare le politiche regionali di formazione finalizzate all’occupazione senza una sola parola e un solo dato su cosa hanno fatto”. E’ il commento del Consigliere regionale Franco Mattia (Pdl) per il quale “sentire dall’Assessore Mastrosimone, a quasi dieci mesi dal suo insediamento, ancora considerazioni retoriche e ancor più ripetere l’esigenza di approfondire e studiare le tematiche, è francamente insostenibile ed intollerabile. Forse c’eravamo eccessivamente illusi, per effetto dello slogan prescelto dalla comunicazione politico-istituzionale dell’Assessore (formazione e competenze: ecco come uscire dalla crisi), di trovare dall’incontro di Matera almeno qualche idea innovativa o uno straccio di proposta su come uscire dalla crisi occupazionale che determina la fuga dei cervelli, autentica emergenza sociale. Dobbiamo, invece, registrare che non c’è nulla di nuovo, che si persevera lungo la strada tracciata dalla precedente legislatura che è quella di continuare a finanziare attività e corsi slegati completamente dalle richieste del mercato del lavoro e a foraggiare il business degli enti di formatori piuttosto che pensare al destino dei formati. E non è di alcuna utilità sapere, senza compiere alcuna valutazione tra spesa e risultati, che anche nel 2010 si è impegnato tutto il fondo finanziario annuale previsto dal P.O. FSE 2007-2013”.
Secondo Mattia, infine, “ripetere che le politiche di formazione e sostegno all’occupazione hanno assunto un ruolo sempre più strategico nel quadro del programma della Regione” è come chiedere ai nostri giovani di credere in Babbo Natale”.

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