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di MARIO NICOLA DI DIO*
Puo’ sembrare una fissazione , ma a ben guardare cosi non è. A parere dei Verdi sui rifiuti si misura la capacità della politica di gestire la cosa pubblica poiché proprio in tale presunta capacità risiede la ragione stessa dell’esistenza della politica. La prima cosa che ci sentiamo di sottolineare, anche se sembra scontato, è che stiamo parlando di un servizio pubblico, è come tale può essere certamente appaltato al privato, ma la logica della gestione deve comunque rimanere sotto il controllo pubblico. In sostanza la politica quando appalta il servizio di gestione dei rifiuti deve mantenere il “controllo del processo”, garantirne la trasparenza e farsi garante del perseguimento dell’interesse dei cittadini, cosa che oggi non accade. Crediamo che proprio la privatizzazione degli aspetti gestionali ha determinato la appetibilità del settore da parte della malavita organizzata in Campania, che ha fiutato il business ed è entrata nel sistema gonfiandone artificiosamente i costi. Questo discorso naturalmente presuppone che la politica sia all’altezza del compito che le spetta. Nella nostra Regione gli enti sovracomunali non hanno finora brillato, lasciando i Comuni in perfetta solitudine. Se ci troviamo con le percentuali di raccolta differenziata tra le più basse d’Italia e d’Europa, il territorio ferito da discariche in misura maggiore dello stretto necessario, qualcuno deve pur assumersene la responsabilità. Attualmente abbiamo una regione troppo dipendente dalle discariche, con una bassissima raccolta differenziata e con una incompleta rete impiantistica sul territorio che non consente una ottimale gestione dei Rsu e, cosa grave, ciò consente la formazione di un cartello di interesse che mal si coniuga con la bolletta che i cittadini pagano. Per la differenziata nulla o quasi è stato fatto per raggiungere gli standard minimali sanciti dal Decreto Ronchi. Dai dati regionali (fonte Ispra) è’ evidente che la raccolta differenziata è bassissima. Ciò, conti alla mano, cosa comporta da un punto di vista pratico. Per esempio: su una ipotetica produzione annua di rsu pari a 10 se la nostra raccolta differenziata è pari ad 1 (10%), ne consegue che per riempire una vasca di 10 occorre un anno circa. Se invece è pari a 8 (80%) la stessa vasca si riempirebbe in 8 anni circa; se in questo discorso consideriamo anche la raccolta dell’umido e la loro corretta gestione in appositi centri di compostaggio vedremmo ampliarsi notevolmente questo tempo. Sia chiaro, il tutto senza considerare i vantaggi per l’ambiente. Pertanto l’annosa questione dei rifiuti passa attraverso una attenta e oculata differenziata. Seguendo questo ragionamento e secondo i dati attuali il 95% dei Comuni non è in regola con quanto sopradetto. Vi sono regioni che hanno già raggiunto tali traguardi e che, nei prossimi anni si porranno l’obiettivo di andare oltre tale quota. In generale i Comuni grandi sono intorno al 50% della Raccolta Differenziata e i piccoli comuni che hanno raggiunto la quota dell’80%. Perché a Potenza, e in Basilicata non dovremmo porci tali traguardi? Tutto quanto detto è nero su bianco, circostanziato con dati concreti e corretti dalla O.P.G.R. n° 02/2010 – notificata agli interessati con Prot. 109173 del 28 maggio 2010. Personalmente trovo strano che la suddetta ordinanza annulli la Stazione di Trasferenza di Pallareta a Potenza nonostante l’Acta non abbia reso pubblici i dati reali e si sia passato a Stazioni di Trasferenza gestite da privati. L’ Ordinanza del Presidente della Giunta Regionale, oltre a denunciare la gravità del problema dei rifiuti nella nostra Regione, denuncia il fallimento del Piano provinciale sui Rifiuti del 2002 e dà la netta sensazione di trovarci di fronte ad una sorta di cartello e di una sorta di patto non scritto tra politica e gestori dei rifiuti esistenti attualmente in Basilicata e il tutto alle spalle dei cittadini. Sensazione che il Presidente deve immediatamente scongiurare. Si è passati da un costo per lo smaltimento dei rifiuti di 60 euro a tonnellata, degli ultimi anni. A 260 euro a tonnellata con un aggravio altissimo per le casse comunali di tutta la regione e per i cittadini lucani. In pochi anni si è aumentata la spesa per lo smaltimento quadruplicandola e portando i Sindaci di tutti i comuni della Basilicata, loro malgrado ad aumentare la Tarsu. Noi Verdi chiediamo un forte impegno atto ad incentivare la raccolta differenziata a cura dei Comuni e che la Regione Basilicata li aiuti a incrementare l’efficienza fino a raggiungere quote del 40 o del 50%. L’utilizzo dei cosiddetti termovalorizzatori deve essere visto come un passaggio transitorio e l’ultima risorsa da utilizzare per risolvere il problema rifiuti ( La Direttiva UE 76/2000 dichiara l’incenerimento “Ultima Istanza”, dopo la Prevenzione, il Riutilizzo e il Recupero, definendo queste azioni priorità assoluta); essi devono servire a bruciare solo la frazione residuale secca non recuperabile. I termovalorizzatori non hanno futuro. Anche i costi della raccolta differenziata sono destinati a diminuire notevolmente con il diffondersi di tale pratica e con l’introduzione di incentivi (cui la Regione Basilicata dovrebbe provvedere a determinare) al riuso dei materiali recuperati. Le regioni del sud attualmente premiano con un centesimo di Euro per ogni tonnellata bruciata i Comuni che ospitano gli inceneritori: ciò è un obiettivo ostacolo all’affermarsi della raccolta differenziata perché fa intendere che bruciare, piuttosto che riciclare i materiali raccolti, è conveniente. In conclusione e alla luce di queste considerazioni è evidente come l’immobilismo politico regionale e provinciale negli ultimi dieci anni – e, sia chiaro, i Verdi per la loro parte si assumono le loro responsabilità – ha permesso che si arrivasse anche in Basilicata all’emergenza rifiuti , dritti verso l’incenerimento dei rifiuti e alla creazione di un pericoloso cartello fra le varie aziende (pochissime per la verità) specializzate nel settore della raccolta e gestione dei rsu. Noi Verdi pensiamo che i rifiuti solidi urbani sono una ricchezza. Una risorsa da utilizzare a vantaggio dei cittadini e non di “cartelli” che attualmente in Basilicata si stanno arricchendo con la complicità della politica. Per tutte queste ragioni , noi Verdi – coinvolgendo anche qualche associazione di volontariato ambientale – abbiamo avviato una petizione popolare per chiedere al Comune di Potenza di dare il via alla raccolta differenziata porta a porta finalizzata al riciclaggio dei materiali contenuti nei rifiuti solidi urbani. * Presidente Verdidi Basilicata
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