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di Emilio Fidanzio
Diciotto gol nel 2010. Otto da gennaio a maggio nello scorso campionato, dieci da settembre ad ora. Numeri importanti suffragati anche dal titolo di capocannoniere attuale. Matteo Guazzo 28 anni di Acqui Terme, ( Alessandria), ha ampiamente dimostrato di essere bomber di razza, in possesso di doti tecniche sopraffine. Giunto a Melfi su indicazione di Paolo Rodolfi, dodici mesi fa, ha composto con Roberto Chiaria una coppia d’oro, di assoluto livello, capace di terrorizzare le difese avversarie. Purtroppo per i tifosi federiciani la sua permanenza in Basilicata non è destinata a durare. “ Finchè non firmo un altro contratto, resto un giocatore del Melfi, ma credo seriamente che quella con il Brindisi sia stata la mia ultima partita con la maglia gialloverde”. La decisione obbligata della società di cedere i pezzi pregiati, nell’ambito della prossima sessione invernale di calcio mercato, non può prescindere dalla perdita di Matteo Guazzo. Lui è l’elemento più rappresentativo, lui è il calciatore più ambito. Richieste importanti, irrinunciabili. Onestamente, anche se il club avesse deciso di non vendere, trattenerlo sarebbe stato complicato. Guazzo è infatti destinato a salire di categoria. Lucchese, Taranto e soprattutto Nocerina se lo contendono, senza dimenticare che Portogruaro e Frosinone sono venuti a Melfi ad osservarlo in più occasioni. “ La scelta non è assolutamente facile, ci confida l’attaccante ex Como. Bisogna valutare tante cose e ponderare bene la decisione finale ”. Da un lato la prospettiva di andare a Nocera, alla corte di un bravo allenatore come Auteri. Prima in classifica, la Nocerina gli offre la possibilità di lottare concretamente per andare in B, ma anche non un posto da titolare inamovibile. Cosa che invece gli toccherebbe a Taranto o a Lucca, il rovescio della medaglia in questa scelta, dove le chance di giocare con più continuità sarebbero maggiori. In ogni caso, squadre blasonate, piazze rilevanti, consoni al talento di Guazzo. Il cartellino giallo rimediato contro il Brindisi, il quarto stagionale, gli farà scattare la squalifica. Guazzo a Pomezia non ci sarà. L’uscita dal campo prima del fischio finale ed i saluti concessi al pubblico gialloverde, sono indicatori precisi relativamente al futuro. Per l’impegno, per i gol segnati, per le giocate mostrate, per tutto quello che ha fatto, i tifosi del Melfi non possono che ringraziare Matteo Guazzo e dedicargli un caloroso in bocca al lupo. D’altronde sono già tanti gli esempi di calciatori cresciuti o passati da Melfi che hanno sfondato nel calcio vero. Da Gennaro Delvecchio ex Sampdoria ora a Catania a Belmonte e Rana ( Bari), senza dimenticare Cosenza e Ungaro (Reggina) o Vitiello e Guidone ( Grosseto). Testimonianze tangibili della competenza dei dirigenti gialloverdi, capaci di scegliere bene giovani in cerca di affermazione e talenti ancora inespressi. Su queste basi non sarà impossibile scovare l’erede del forte Matteo Guazzo.
QUI MATERA- Franco Mancini giocava come Musacco, perchè Zeman gli chiedeva così e Cadregari fa lo stesso per il barese che funge da libero aggiunto e contro il Trapani ha fornito l’assist per il 2-1 di Giannone che ha inflitto ai siciliani la prima battuta a vuoto stagionale in trasferta. Bene Manetta all’esordio dal primo minuto e Cadregari rimedia la terza squalifica stagionale e record addio.

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