I carabinieri del Comando Provinciale di Vibo Valentia impegnati nei controlli
2 minuti per la letturaVIBO VALENTIA – Raffica di denunce anche nel weekend da parte dei Carabinieri del Comando Provinciale di Vibo Valentia, nel tentativo di prevenire il contagio da Coronavirus su tutto il territorio provinciale ed imporre il rispetto delle norme governative.
A Sant’Onofrio, per violazione del Dpcm in materia di Covid-19, i militari della locale Stazione hanno deferito G.R., 48 anni, sorpreso ingiustificatamente su un cantiere inattivo attiguo alla recinzione della Stazione Carabinieri intento a decespugliare il terreno con una motozappa e la figlia minorenne al seguito. L’uomo, residente in Sant’Onofrio, spiegava che si trattava di un modo per tenersi impegnato e trascorrere il tempo considerata la bella giornata.
Passeggiavano a piedi proprio nei pressi della Stazione Carabinieri di Pizzo, invece, un uomo ed una donna. Entrambi non hanno saputo addurre una valida motivazione. Inevitabile il deferimento in stato di libertà. E nella serata, nella medesima zona, a finire nel mirino dei militari dell’Arma sono stati due pregiudicati: V.A., 40 anni, anch’egli fermato mentre passeggiava senza alcun motivo valido, con G.M, 57 anni, anch’egli pregiudicato.
Intensa anche l’attività dei Carabinieri della Stazione di Mileto. Nella frazione di Comparni i militari hanno deferito G.P., 43 anni del luogo. Singolare il fatto che l’uomo, all’atto del controllo, ha riferito di essere uscito di casa a bere una birra. Attività costante di monitoraggio del territorio anche da parte dei Carabinieri della Stazione di Cessaniti che hanno deferito D.D.R. 56 anni del luogo con precedenti di polizia poiché a piedi fuori dalla sua abitazione senza giustificato motivo. Stessa sorte per S.A., 30enne, anch’egli noto, beccato mentre andava a casa della zia a prendere una maglia.
Proseguono, dunque, i controlli mirati del territorio da parte dei Carabinieri del Comando Provinciale di Vibo Valentia, allo scopo di prevenire ed eventualmente sanzionare condotte illegali, ma soprattutto nel tentativo di sensibilizzare e responsabilizzare tutte le comunità del vibonese, verso forme di collaborazione e solidarietà, considerato il momento di emergenza.
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