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Rosaria Scaraia
IL 44° RAPPORTO sulla situazione sociale del Paese e il suo viaggio dentro la psicologia collettiva degli italiani è chiaro: un po’delusi e apatici, senza voglia di sognare. Non siamo dunque malati di solo e alto debito pubblico ,ci sono nella realtà italiana sensazioni di fragilità sia personali sia di massa che fanno pensare a una perdita di consistenza del sistema. Tornare a desiderare diventa la virtù civile necessaria per riattivare la dinamica di una società troppo appagata e appiattita. Questa nostra società appiattita vive di comportamenti e atteggiamenti spaesati, indifferenti, cinici, passivamente adattivi o arrangiatori. Siamo scivolati in basso e alla motivazione abbiamo finito per sostituire la cattiveria, il ghigno. Non possiamo sederci sulla nostra decadenza. Abbiamo bisogno di interrogarci ,sui percorsi attraverso i quali riacquistare la virtù civile del desiderio, dell’ambizione. La politica, come ben sappiamo ,al momento non ci viene in soccorso. L’abitudine è terribile: spiega tutto con vecchi pensieri, con inveterati pregiudizi, con un linguaggio riciclato, senza l’anima; stronca ogni iniziativa che in qualche modo permetta di uscire da schemi sedimentati e monotoni ;dà già per scontato che da certe persone, movimenti, eventi, non possa venire niente di buono; invita a non discostarsi da una via collaudata di procedere che esaspera il ruolo della tradizione, del “già visto” e sperimentato; distrugge sul nascere ogni dubbio, ogni perplessità, ogni curiosità ,così che anche le domande delle donne e degli uomini in ricerca vengono snobbate e derise. Scrive Pèguy: «E’ il segreto dello spirito fare: dei mattini giovani con delle vecchie sere; delle anime chiare con delle anime torbide; delle anime sorgenti con delle anime calanti; delle anime viandanti con delle anime stagnanti». Possiamo sperare che ciò avvenga anche nel nostro tempo? E per una moltitudine di donne e di uomini? Il mondo è cambiato. Ma non è nata, da noi, una “nuova scienza politica” Paghiamo la degenerazione di istituzioni che hanno troppo esteso il principio democratico di eguaglianza a scapito di quelli liberali di libertà e responsabilità.

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