3 minuti per la lettura
COSENZA – Ai piedi del centro storico, nell’edificio di fine anni ‘20 delle Poste a piazza Crispi, sorgerà un Distretto Tecnologico di Cyber Security, realizzato da Poste Italiane insieme all’Università della Calabria e a Ntt Data, impresa che opera nel settore dell’information technology. È il secondo centro di ricerca di Poste Italiane, dopo il laboratorio aperto a Trento, ed è collegato al Centro di erogazione servizi di Roma.
Il polo tecnologico di Cosenza – il cui responsabile scientifico è Rocco Mammoliti – si occuperà di ricerca industriale e di sviluppo di soluzioni innovative per la protezione degli utenti, la sicurezza dei pagamenti in rete, la tutela e l’integrità dei documenti in formato digitale. Un campo ampio, tanto più in anni in cui la tutela della sicurezza nazionale passa anche dal web. «Si possono prevenire o individuare minacce attraverso l’analisi dei social network», ci spiega Domenico Saccà, ordinario di Sistemi di elaborazione delle informazioni all’Unical e presidente di Ict Sud. Il centro di competenza è uno dei partner del distretto, insieme a Nova Systems Roma. Tra gli organismi di ricerca figurano il Dipartimento di ingegneria informatica, modellistica, elettronica e sistemistica dell’Unical, quello di Ingegneria dell’Informazione dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, il Cnr Icar.
Il progetto è finanziato all’interno di un Pon del Miur per circa 20 milioni di euro e il finanziamento complessivo, comprese quindi le risorse messe a disposizione dai partner, è di 30 milioni. Per Cosenza questa storia può essere raccontata da vari punti di vista. C’è la riqualificazione di un immobile inutilizzato, ad esempio, e la rivitalizzazione dell’area. Poste Italiane sta ristrutturando il primo piano e ha in programma, ci racconta Elena Agresti, di recuperare anche il piano terra. Il primo piano ospiterà i laboratori e le attività di ricerca, già avviate e condotte finora tra l’Unical e le Poste centrali di Cosenza. Un’ala, però, diventerà anche sede di un museo dedicato alle telecomunicazioni e il distretto in futuro si propone come incubatore di start up e sede di aziende che operano nel settore. «Sarà una piattaforma territoriale, specializzata in informatica», dice Saccà. «È qualcosa di più della riqualificazione di un palazzo – aggiunge Elena Agresti – Il distretto ha un forte impatto sull’ecosistema locale, per competenze sviluppate e occasioni di occupazione». Si prevede l’impiego di 200 risorse, tra neolaureati, esperti, ricercatori e operatori di cyber security: 40 dipendenti di Poste Italiane, 80 nuovi assunti, altri 80 tra informatici, sviluppatori, ricercatori. Altre figure professionali saranno selezionate tra i 54 corsisti dei tre master collegati al distretto di cui la Agresti è responsabile scientifico.
Due master, destinati agli informatici, riguardano la sicurezza degli utenti finali sul web e la protezione dei servizi digitali e di pagamento elettronico. Il terzo master riguarda la dematerializzazione sicura dei documenti e coinvolge competenze trasversali: informatiche, giuridiche, umanistiche. La conversione di un documento in formato digitale pone, infatti, tutta una serie di problemi. C’è l’integrità dei dati e la tutela della privacy, ovviamente, ma anche il mantenimento del valore giuridico del documento che da cartaceo diventa digitale. Da lunedì le lezioni dei tre master si trasferiranno alle vecchie Poste. Ecco allora che, da un altro punto di vista, il Distretto diventa anche un pezzo di Unical dislocato nel centro storico di Cosenza. «Se ne parla spesso, ma in astratto non funziona. Servono opportunità concrete per favorire lo scambio con il territorio», commenta Saccà. E a proposito di scambio e di mobilità, dall’Unical a Cosenza ci si muoverà anche grazie ad un’app. Si chiama “autostoppista 2.0” ed è l’applicazione di car pooling messa a punto da Aci informatica, presso il centro Ict Sud all’Unical. Quale migliore occasione per testarla?
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA