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di FRANCESCO BOCHICCHIO
IL PAPA lamenta la persecuzione dei Cristiani fuori dell’Occidente e la loro emarginazione in Occidente, evidenziando che la seconda è ancora peggiore. Porre sullo stesso piano un’attività illecita e criminale da un lato e un lecito dissenso che sembra anche poter diventare maggioritario dall’altro, il secondo considerato addirittura peggiore del primo, è del tutto inammissibile e frutto di dogmatismo, di chi non tollera un’opinione contraria, e considera quindi irrilevante che tale opinione contraria sia espressa con modi legali o illegali. Il Papa non riesce evidentemente ad uscire da un’ottica di integralismo e di intolleranza. Invece, per arrivare a punti fermi sulla problematica, occorre analizzare separatamente i due aspetti. La violenza fuori dell’Occidente contro il Cristianesimo è inammissibile e conferma che l’Occidente, con i suoi limiti, è molto più avanzato dell’Islam e dell’Asia, in quanto le violenze religiose sono solo in Occidente limitate e represse. In via speculare, il Cristianesimo – e stesso discorso vale per l’Ebraismo – è molto più avanzato delle altre religioni in quanto il suo integralismo è privo di qualsivoglia aspetto di violenza e di persecuzione. Il Cristianesimo fuori dell’Occidente va difeso in modo illimitato ed incondizionato. Realisticamente, occorre prendere atto che il Cristianesimo è visto in modo unitario con l’Occidente – nonostante la contrapposizione, inevitabile, tra Cristianesimo e Illuminismo, che rappresenta il volto più autentico dell’Occidente – e quindi paga anche atteggiamenti aggressivi del mondo occidentale soprattutto in Medio Oriente. La soluzione equa e non unilaterale della questione palestinese, con il riconoscimento di due Stati, il ritorno di Israele ai confini ante ’67 e la neutralità di Gerusalemme, è un elemento essenziale per rendere l’Occidente – e con questi il Cristianesimo – credibile presso gli altri popoli. Ciò non toglie che la condanna delle violenze contro i Cristiani debba essere ferma ed incondizionata. In Occidente, il diritto di praticare la religione deve essere salvaguardato quale fondamentale, al pari di quello di non essere credenti: sul piano dei diritti, nessuna religione deve ricevere un trattamento privilegiato. Il Cristianesimo quale religione della maggioranza in Occidente richiede non privilegio ma attenzione, vista la sua diffusione e la sua rispondenza a criteri di effettività, che la rendono non solo la religione dell’Occidente ma anche un elemento indefettibilmente radicato nell’Occidente stesso. L’atteggiamento dei laici che non improntano la loro attività ai principi cristiani deve essere ammessa e non può essere certamente considerata quale forma di emarginazione dei cristiani. L’applicazione piena della legge non può trovare eccezione nella Chiesa, e la repressione della pedofilia tra i prelati e accertamenti rigorosi su comportamenti considerati non lineari dello Ior, la Banca vaticana, non possono essere considerati quali forme di persecuzione. Certamente, occorre prendere atto che Papa Ratzinger è stato il più rigoroso nella denunzia della pedofilia tra i prelati, e ai vertici dello Ior è stato recentemente nominato Gotti Tedeschi, prestigioso banchiere cattolicissimo di fama specchiata. Ma la critica di eventuali strumentalizzazioni deve unirsi all’accettazione della denunzia dei prelati pedofili e degli accertamenti sullo Ior, a pena di non perseguire un disegno di sottrarre la Chiesa alle leggi fondamentali dello Stato e di porla così su un piano superiore a quello della legalità. In definitiva e in sintesi, Papa Ratzinger è chiamato alla scelta se dialogare con l’Illuminismo laico, pluralista e garantista, o invece se tentare un comodo accordo con la destra filo-cattolica, integralista, aggressiva e intollerante e priva di senso di rispetto delle regole. Berlusconi non a caso ha di fatto proposto al Vaticano la tolleranza nei confronti dei suoi comportamenti (pubblici, e negli ultimi tempi soprattutto) privati sconcertanti in cambio di leggi integraliste. La convenienza potrebbe portare ad accettare tale scambio, ma così la Chiesa abbandonerebbe la strada di un incontro duraturo con l’Illuminismo e con la Modernità, che sono i due elementi essenziali dell’Occidente, gli unici idonei a rendere possibile l’accettazione della Chiesa da parte dei laici, accettazione critica ma non strumentale. Solo con tale accettazione il Cristianesimo potrebbe trovare in Occidente un posto duraturo accanto all’Illuminismo e alla modernità, anche utilizzando quello che potrebbe rappresentare il suo elemento di forza, vale a dire la sua dottrina sociale, finalmente liberata dai forti e sostanziali limiti che l’hanno finora di fatto paralizzata.
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