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MELFI (POTENZA) – Primo caso di contagio da coronavirus all’interno dello stabilimento Fca di San Nicola di Melfi. Da quello che si è potuto sapere si tratta di un lavoratore proveniente dalla Puglia la cui moglie lavora come infermiera a Bari. Appresa la notizia, il gruppo ha immediatamente predisposto le procedure previste in questi casi. Lo stabilimento di Melfi, inoltre, è uno dei siti italiani insieme a Pomigliano, Cassino, Carrozzerie Mirafiori, Grugliasco e Modena in cui Fca e Maserati hanno deciso ieri mattina la temporanea sospensione della produzione. Per Melfi lo stop previsto è fino al 29 marzo.
Il provvedimento, che rientra nel l’implementazione di un’ampia serie di provvedimenti in risposta all’emergenza Covid 19, riguarda anche le fabbriche di Kragujevac in Serbia e Tychy in Polonia. Dopo lo stop temporaneo agli stabilimenti di Pomigliano, Melfi e Cassino, Fiat Chrysler Automobiles adotta una linea più rigida in Europa per contrastare la diffusione del coronavirus. Il gruppo guidato da Mike Manley ferma fino al 27 marzo la produzione nella maggior parte degli stabilimenti di Fca Italy e Maserati nel vecchio continente. La decisione trova l’appoggio dei sindacati.
Anche il gruppo Psa, prossimo alla fusione con Fca, sceglie di fermare i propri stabilimenti europei fino a fine marzo. Intanto negli Usa il gruppo aderisce a una task force con altre due case d’auto e il principale sindacato statunitense del settore per implementare le misure di sicurezza a favore dei lavoratori. I passi avanti sul fronte della sicurezza non riescono a fermare la caduta di Fca in Borsa, che in chiusura – in una giornata cupa per i listini internazionali – cede il 14,46% a 7,17 euro.
Stop quindi agli stabilimenti di Melfi, G. Vico (Pomigliano), Cassino, Carrozzerie Mirafiori, Grugliasco e Modena in Italia, mentre in Serbia si ferma Kragujevac e in Polonia Tychy. Le chiusure permettono al gruppo di aumentare le azioni in risposta all’emergenza rispondendo «efficacemente all’interruzione della domanda del mercato garantendo l’ottimizzazione della fornitura», sottolinea Fca. La sospensione è necessaria – ribadisce la casa d’auto – per consentire al gruppo di riavviare la produzione «tempestivamente» quando le condizioni del mercato lo consentiranno. Non si esclude quindi la chiusura del sito di Melfi possa andare oltre alla data prevista del 29 marzo.
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