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L’IGE definisce una graduatoria sullo stato dell’arte dell’economia verde in Italia sulla base di nove indicatori di performance che descrivono business prioritari (energia elettrica da fonti rinnovabili, agricoltura biologica), abitudini verdi (raccolta differenziata e smaltimento dei rifiuti), efficienza energetica (valore aggiunto prodotto/consumi totali di energia). La Basilicata guadagna il 3° posto nella classifica italiana della Green Economy per i suoi ottimi risultati nel comparto del biologico. È 1°, infatti, per numero di operatori (quasi 570 ogni 100 mila abitanti) e per superficie agricola destinata al biologico (quasi il 21% della superficie agricola utilizzata). Molto buoni sono, inoltre, le performance nella produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili non idriche (3°, producendo quasi 1.000 KWh per abitante). Negativi sono, tuttavia, i valori degli indicatori sulla raccolta differenziata (18° con solo il 9,1% sul totale dei rifiuti) e sui rifiuti smaltiti in discarica (quasi l’80%).
Per ciò che concerne il mix di energie rinnovabili nelle regioni italiane – che misura l’incidenza della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, distinguendo tra fonti idriche, eoliche, fotovoltaiche, geotermiche e biomasse – la Basilicata, insieme a Sardegna e Molise, è la regione che presenta il miglior mix in Italia. Fatta cento la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, l’incidenza dell’idrico è infatti del 38,9%, quella dell’eolico del 42,7%, del fotovoltaico del 2,3% e delle biomasse del 16,1%.
Per ciò che concerne il mix di energie rinnovabili nelle regioni italiane – che misura l’incidenza della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, distinguendo tra fonti idriche, eoliche, fotovoltaiche, geotermiche e biomasse – la Basilicata, insieme a Sardegna e Molise, è la regione che presenta il miglior mix in Italia. Fatta cento la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, l’incidenza dell’idrico è infatti del 38,9%, quella dell’eolico del 42,7%, del fotovoltaico del 2,3% e delle biomasse del 16,1%.
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