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Se il parente povero un giorno non riceve lo schiaffo o l’umiliazione, a cui i suoi parenti più benestanti lo hanno abituato, in cambio di qualche vantaggio, si stupisce e quasi si chiede perché.

Noi del Sud, dopo i tanti schiaffi passati (infrastrutturazione incomparabile con il Centro-Nord, sanità di serie B, università con molto meno risorse, asili nido inesistenti, spesa storica che ci penalizza, per parlare di quelli strutturali; oppure l’esodo incontrollato, per leggerezze governative non spiegabili, che hanno fatto arrivare migliaia di ragazzi e non, dal Nord al Sud, o benestanti lombardi, si parla di 10.000 persone, che sono scappati nelle loro ville sarde, con rischi di diffondere l’epidemia i cui effetti vedremo tra poco), eravamo da qualche giorno preoccupati per la mancanza di ceffoni, ma adesso siamo più tranquilli, per fortuna ahimé, puntualmente sono arrivati.

NIENTE SOLIDARIETÀ

Parlo della misura che sembrerebbe la Ue si appresta a prendere che pare non preveda nuove risorse, né fondi aggiuntivi in base alle esigenze legate all’epidemia. No, non è una misura di solidarietà all’interno del bilancio Ue.

Infatti, nessun Paese avrà un euro in più o un euro in meno del previsto, Invece si tratterà di uno strumento che consentirà agli Stati di utilizzare per fini diversi i fondi strutturali che non saranno o non sono stati in grado di spendere.

Ovviamente mentre il programma è in corso.

Consideriamo intanto che in realtà i fondi, alla fine del periodo di riferimento, si spendono tutti, e si utilizzano solo in zona Cesarini, perché così le classi dominanti estrattive meridionali hanno più facilità a indirizzare tali fondi per beneficiare i propri clientes, cosa che può essere giustificata molto più facilmente quando subentra la paura di perdere le risorse.

Non considerando tutto ciò, se un intervento rispetto alle risorse non spese ci dovesse essere, in ogni caso dovrebbe andare nel senso di commissariare le Regioni che non utilizzano le loro risorse. E invece quale sembra essere la volontà? Quella di dirottare le risorse in altre aree, ovviamente al Nord.

La traduzione è che si sta perpetrando un altro scippo nei confronti delle regioni meridionali. Per cui invece che passare dal disimpegno automatico alla sostituzione dei poteri, per eventualmente spendere nelle stesse realtà depresse le risorse che le istituzioni locali non riescono a utilizzare, da parte di una autorità che si sostituisce a quella che non riesce a operare , si passerà a finanziare le problematiche, correttamente ma da affrontare con risorse diverse, causate dal Covid-19.

Per il finanziamento della cassa integrazione in deroga, piuttosto che per i bonus o per il pagamento di un sussidio a chi non può andare a lavorare.

GIÙ LE MANI

Bene, lo diciamo in modo brutale: “Giù le mani dalle risorse dei fondi strutturali”. Troppe volte tali fondi sono stati un bancomat per qualunque tipo di esigenza. Adesso basta. Il Sud non potrà tollerare ulteriori scippi. E il problema non riguarda una mancanza di solidarietà alla Robin Hood, cioè il povero che aiuta il ricco, ma la convinzione che tale atteggiamento vorrebbe dire non avere capito nulla. E ci piacerebbe sentire la voce del governo, in particolare del ministro per la Coesione territoriale su questo tema. E ci fa capire che il Paese potrebbe non aver compreso che le emergenze sono due: il coronavirus quella contingente, ma c’è anche il divario tra le diverse aree quello strutturale.

No, questo Paese se accetta e utilizza i fondi strutturali per esigenze contingenti vuol dire che il pensiero dominante, della logica della gestione delle politiche governative, rimane lo stesso. Cioè quello della locomotiva e dei vagoni, dimostratasi non solo errata, ma anche dannosa.

L’ORA FUGGITIVA

Questa epidemia farà molto male al nostro Paese, perché ha trovato davanti una realtà duale, con una debole sia nella parte produttiva che nei servizi sociali. Lo si è capito che, se avessimo le diverse parti equilibratamente produttive, avremmo potuto chiudere una parte senza il rischio di avere una perdita di Pil, quale quella che ci attende? Che il corpo umano dell’Italia ha solo una gamba e una mano e per quanti sforzi possa fare non riesce a competere con chi di mani e gambe ne ha due? E che avere una gamba forte e muscolosa se l’altra è fragile e non sviluppata non conta nulla?

Se non basta neanche una situazione drammatica come quella che si è presentata, e che lascerà morti e feriti sul campo, vuol dire che la situazione è veramente drammatica e che la classe dirigente che ci governa non ha quella capacità di affrontare una problematica così complessa. Che pensa di risolvere continuando a schiacciare l’occhio agli egoismi dei piccoli territori.

«L’ora è fuggita e muoio disperato» dice Cavaradossi nella Tosca. Anche l’ora del nostro Paese pare stia fuggendo e il coronavirus è solo l’episodio più recente di una incapacità di capire che se il Paese resta diviso in due una qualunque Christine Lagarde potrà parlare in libertà, senza pagare pegno.


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