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Circa duemila studenti dell’Università della Calabria hanno bloccato lo svincolo di Cosenza Nord dell’autostrada Salerno Reggio Calabria. Gli studenti, che stanno occupando anche il rettorato e l’aula magna dell’Università, questa mattina si sono ritrovati nel campus e poi hanno poi hanno dato vita ad un corteo che si è diretto verso l’imbocco dell’autostrada, distante pochi chilometri dal campus e lo hanno occupato. La manifestazione si è poi conclusa nel primo pomeriggio e gli studenti sono rientrati nel campus di Arcavacata dove terranno una assemblea per decidere altre iniziative di protesta contro la riforma Gelmini.
«Siamo in attesa di conoscere – sostengono gli studenti – l’esito della votazione a Roma per poi decidere sulle altre manifestazioni da organizzare. La protesta, certo, non finisce perchè riteniamo che la riforma è ingiusta e penalizza tutto il sistema universitario».
E sempre questa mattina, l’occupazione del Rettorato dell’Università della Calabria, ha provocato il blocco dell’attività politico-amministrativa dell’Ateneo. Nessun dipendente, infatti, hanno riferito gli studenti, è entrato nell’edificio del Rettorato. La struttura continua ad essere presidiata, così come l’Aula magna. La giornata, nel campus di Arcavacata, è cominciata con un volantinaggio rumoroso ed è proseguita con il corteo. «La mobilitazione andrà avanti ad oltranza – hanno riferito gli studenti, con l’obiettivo di bloccare le attività didattiche e con un’azione coordinata con tutti gli altri Atenei italiani, fino all’ottenimento del ritiro del ddl 1905. Gli studenti non sono disposti a fare nessun passo indietro di fronte all’ennesimo disegno di legge che mira a distruggere l’Università pubblica italiana».
Ieri invece, gli stessi studenti dell’Unical, hanno attuato un’alternativa forma di protesta. Un docente della facoltà di Ingegneria dell’Università della Calabria che ha tenuto la sua lezione sui materiali in piazza, davanti al municipio di Cosenza. E così, «armati» di alcune sedie, gli studenti, una ventina, hanno preso appunti mentre il docente spiegava alla lavagna, chiuso nel cappotto per proteggersi dal freddo. «Possiamo fare lezione – ha detto il docente, Fernando Crea – dove vogliamo. Non è il posto che porta la cultura, ma ci vogliono gli strumenti. E con la riforma Gelmini non avremo più strumenti nè studenti. Questa riforma non taglia i rami secchi, taglia le radici».
Ed è scoppiata anche a Reggio Calabria la protesta degli studenti universitari contro la riforma del ministro Gelmini che ieri hanno occupato l’aula magna «Quistelli» dell’università Mediterranea.
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