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Il caso del “pentito” e la volontà ossessivamente persecutoria nei miei confronti:
Farsa grottesca frutto di una ricostruzione artificiosa di fatti ed accadimenti che mi fanno provare solo dolore e compassione per chi si esercita in questo stillicidio contro la mia persona
Siamo alla farsa, immerso nella palude di dichiarazioni che ritengo diffamatorie ed infamanti, frutto di una pervicace volontà ossessivamente persecutoria che “qualcuno” (ma a questo punto facilmente individuabile) sta mettendo in campo.
Non entro nel merito per il pudore e il fastidio che provo solo nel sentirle ripetere e per consentire ai mie legali di ribattere in maniera tranquilla e serena, in maniera sin troppo facile, alle accuse che a questo punto trovo costruite a tavolino da presunto pentito.
Dio solo sa il dolore fisico e morale che provo al sol pensiero di vedermi accostato a situazioni e stili di vita che il mondo intero che mi circonda non avrà alcuna difficoltà, in termini di certezza, a non accostare nemmeno lontanamente alla mia persona.
Non trovo opportuno in questo momento rispondere alla confusa ricostruzione su accadimenti ed avvenimenti così poco collegati tra loro e già di dominio pubblico, in quanto a suo tempo riportati dalla stampa locale, dall’essere facilmente rigettabili e che nessun riscontro trovano nella realtà fattuale
Ribadisco che siamo alla farsa, al limite della possibilità di poter reagire alla cattiveria messa in campo artatamente ed artificialmente così come la rabbia che monta in me vorrebbe che prevalesse l’istinto sulla ragione.
Non mi resta che provare senso di compassione per quello che considero un meschino tentativo messo in atto.
Io che non ho mai fumato una sigaretta in vita mia, che ho vissuto all’insegna della passione sportiva esagerata, io che aborro le forme di violenza, che dedico all’ascolto della gente normale e comune i disagi della vita quotidiana, vengo travolto da cattiverie gratuite delle quali qualcuno dovrà pur renderne conto, non escluso chi ha consentito la pubblicazione di conversazioni telefoniche strettamente private che nulla avevano a che fare con la vicenda processuale in cui mi si vuole coinvolto .
La cosa strana è che in mesi e mesi di intercettazioni telefoniche, a questo punto credo anche di altra natura intimistica e privata, tutto ciò che affermato dal pentito non ha mai trovato conferma negli atti prodotti dalla pubblica accusa.
Se questo è il prezzo da pagare per essere stato ingenuo nel profondere parte delle mie energie nel credere di poter ricostruire, nell’interesse di tutta la società civile cittadina una sana società di calcio, mi consentirete di dire che il prezzo, anche in relazione al mio ruolo pubblico, che mi si vuole far pagare è davvero troppo alto.
Troppo e fuori mercato, tanto da non dare soddisfazioni a nessuno di continuare con questo stillicidio. Lascio ai miei legali le azioni “tutte” e “nei confronti di nessuno escluso” da porre in essere per le infamie fatte ricadere sulla mia persona.
Tutto questo comunque sarà sempre poco o nulla rispetto al male che io e chi mi sta vicino stiamo subendo in questo momento e che soltanto la mia fede cristiana e la mia estrema fiducia nella giustizia mi aiuta a sopportare.
Luigi Scaglione
Potenza, 23 Novembre 2010
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